Pubblico questa lettera di alcuni anni fa perché l'amica cui è indirizzata ci ha lasciati, ma la sua presenza e il suo ricordo sono indelebili.
Mia cara amica, questa
lettera è proprio per te, anche se non è fatta di fogli fruscianti e macchie di
biro. Se solo tu fossi nata qualche anno dopo avremmo la stessa dimistichezza
con lo schermo del computer. Sei così attenta a quello che succede nel mondo,
curiosa e lucida nei tuoi giudizi, non è certo per pigrizia che non sai niente
di informatica. Il fatto è che hai novantun anni, una bella età comunque la si
guardi. Io la guardo su di te e vedo che è bellissima. Come te. Hai le guance
rosa e i capelli bianchi, le mani trasparenti, gli occhi di cui non si capisce
più il colore. Sei stata operata di cataratta per cui vedi molto meglio di me,
leggi la guida del telefono senza occhiali. Sei un po’ golosa, ma mangi poco e
due etti di cioccolatini ti durano a lungo. Soprattutto sei una gran
chiacchierona, hai sempre un sacco di aneddoti da raccontare, complicate
parentele e riassunti di vite lunghissime. Posti che hai visitato in epoche
favolose, dolori terribili che nel trascorrere del tempo hanno assunto una
patina nebbiosa, si sono smussati come ciottoli di mare. Li racconti molte
volte, anche immediatamente di seguito, e ogni volta ci sono delle variazioni
che mi sorprendono. Ti fermo e ti interrogo, e nelle tue risposte cambi ancora
versione. Mi chiedi le stesse cose a distanza di pochi minuti, e le mie
risposte scivolano via sulla tua memoria come le mie domande. Parlare con te è
un incanto, le tue storie hanno l’andamento sinuoso della linea di schiuma
sulla battigia, e lasciano tesori sulla sabbia proprio come le onde. Vanno e
vengono, sempre uguali e sempre un pochino diverse. In confronto le cose che
potrei raccontarti io sembrano acqua stagnante. Ti dico quattro volte dove ho
passato l’estate scorsa, cinque volte quali film ho visto ultimamente, sei dove
penso di andare l’estate prossima, sette che cosa sto scrivendo in questo
periodo. Sei cortese, sai fare conversazione e ti interessi sul serio a me. Che
ti dimentichi quello che dico nell’istante stesso in cui l’ho detto non conta,
conta la tua premurosa gentilezza e la generosità con cui ti racconti. Ecco,
questo è l’unica ragione per cui ti scrivo questa lettera. In fondo ci siamo
viste ieri, anche se quando tornerò da te la settimana prossima mi dirai meno male che ti fai viva! ero proprio
spersa, è tantissimo che non ci vediamo!. Però non ti ho mai ringraziato
per essere diventata mia amica pochi anni fa, quando i novanta erano già
vicini. Hai avuto voglia di avvicinarti a una nuova amica e scoprirti con
generosità, raccontarmi i momenti più ricchi della tua vita. Per questo ti dico
grazie, grazie della tua amicizia che mi ha fatto sentire importante. Forse tu
mi dimenticherai, per poco o per sempre, ma io no. Almeno finché la memoria mi
sosterrà.
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