domenica 13 luglio 2008
Chiacchierando con Silvia 2
Sto per partire per un viaggio, e uno dei pensieri che sempre accompagnano questi momenti è che forse, probabilmente, tornerò con qualche spunto per una o più storie. Un numero notevole delle mie storie è ambientato in paesi lontani non per mania di esotismo, ma perché essendo io un'amante dei viaggi, e avendo fortunatamente potuto assecondare questa passione, capita che proprio durante i viaggi io accumuli le sensazioni che poi mi servono per inventare. O meglio vedere. Durante la chiacchierata con Silvia alla CS, lei mi ha chiesto se è vero che le mie storie nascono sempre da una sensazione, e io ho risposto di sì, come è in effetti. Da un luogo, dalla sua atmosfera, da una certa luce, una combinazione di colore e calore, un odore, una puzza, una condizione sensoriale che mi è entrata dentro e rimane lì, prepotente, in attesa di essere ritrovata e ricreata con le parole. Molto meno mi succede con i gusti e la musica. I personaggi vengono dopo, e la vicenda per ultima. Comunque, io devo essere stata più volte in un posto per potervi ambientare una storia, e conoscerlo abbastanza da essere stata penetrata dalla sua atmosfera. Deve essermi penetrato nella pelle. Per questo nelle mie pagine si incontrano così sovente la Grecia e l'India, dove sono stata decine di volte, anche se ho visitato moltissimi altri paesi, in particolare in Oriente; oltre ovviamente a Torino e la campagna piemontese. E' stato quindi con molto interesse che ho sentito Alessandro Defilippi in occasione della presentazione del suo romanzo Le perdute tracce degli dei raccontare come l'Africa che vi è descritta lui non l'ha mai vista, l'ha ricostruita attraverso letture, molte e approfondite, ma comunque letture. E ha anche affermato che non ha intenzione, almeno nel prossimo futuro, di andarvi, forse per non mettere a rischio quell'Africa immaginaria che ha creato. Giustamente rivedicava la verità della sua descrizione, perché in quanto scrittore ha il diritto di creare la sua verità. Già leggendo il suo precedente romanzo Angeli ero rimasta affascinata dal racconto del lungo attraversamento della Dancalia, e mi aveva molto stupito scoprire che era stato scritto sulla base, anche allora, di letture. E' un argomento che continua a incuriosirmi e mi piacerebbe sapere di altri metodi. O semplicemente, senza parlare di metodi, sapere da dove nascono le storie, dove gli scrittori vanno a pescarle.
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