Una delle cose più inquietanti di Stephen King, sia detto senza offesa, è sicuramente la sua faccia, che peraltro in questa foto risulta piuttosto simpatica. Ma bando alle ciance, non voglio sprecare troppe parole perché devo parlare della sua raccolta Il bazar dei brutti sogni, venti racconti che nell'edizione italiana si presentano a cura di Loredana Lipperini (non sono riuscita a trovare i nomi di chi li ha tradotti, e me ne scuso).
Senza paura di ripetermi, dico per l'ennesima volta 1) adoro i racconti, 2) trovo Stephen King un ottimo scrittore. Quindi è ovvio che consiglio vivissimamente questo appassionante bazar. Inoltre, nella forma breve del racconto SK si può risparmiare quelle parti finali che talvolta sono un po' deludenti (come in It o Duma Key), quando deve tirare fuori ragni giganti o fantasmi troppo concreti per concludere una vicenda lunga e complessa. Qui, la sua maestria nel creare situazioni e ambienti perfettamente plausibili, efficaci e avvolgenti, rende la lettura irresistibile, e l'inquietudine più che l'horror vero e proprio afferra in maniera più subdola e sottile. I racconti sono venti e i temi molto variati, per cui ce n'è per tutti i gusti.
Si può cominciare dall'ultimo, Tuoni d'estate (Summer thunders, se la traduzione del titolo non coincide con quella italiana, è colpa mia), storia struggente e sorvegliatissima di un day after in ambiente idillico; la mia preferita è senz'altro Ur, in cui per farsi bello con la morosa un professore universitario compra un kindle dai poteri veramente fantastici che lo proietta in paradossi temporali che ricordano il magnifico 22/11/63; o The cookie jar, dove un barattolo per i biscotti è la porta per gli altri mondi che premono attorno al nostro; Drunken fireworks, dove una folle competizione a colpi di fuochi d'artificio illumina un acuto schizzo sociale (e gli italiani non ci fanno bella figura); Mister Yummy, descrizione rispettosa e malinconica della vita e della morte in una casa di riposo; Mile 81, classico horror tra bambini curiosi e macchine cannibali; e potrei continuare ma il meglio è che ognuno se lo legga, e troverà il suo racconto preferito ma in alla fine li amerà tutti, come è successo a me.
Un aspetto che apprezzo molto di Stephen King è che malgrado la sua fantasia spesso spaventosa, a volte agghiacciante, non è mai crudele, e anzi c'è molta empatia nelle sue pagine per i personaggi anche negativi. E qui ogni racconto è preceduto da un'introduzione che non esagera mai in spiritosaggine, né in tronfiaggine, né in compiacimento. Insomma magari a conoscerlo di persona potrà essere odioso, non ne ho la minima idea, ma dai suoi scritti il cosiddetto "scrittore implicito" (fatevi spiegare da qualcuno che abbia frequentato un corso di scrittura creativa o abbia almeno letto un manuale) appare simpatico e gradevole.
2 commenti:
È un'antologia che ha letto anche Silvia e che mi ha raccontato più o meno parola per parola man mano che procedeva nella lettura. Il tuo giudizio di insieme, sull'antologia e su SK, direi che si sposa perfettamente con quello di Silvia. Un abbraccio.
Sono felice di trovarmi ancora una volta in sintonia con Silvia! Sintonia di lunga data e solidamente costruita. Un abbraccio anche da parte mia, ma voi dovete dividervelo in tre 😘
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