In love again
Le
finanze un po' rinverdite, il cuore diviso in parti uguali tra rimpianto e
desiderio, il corpo che scoppia di salute, ormoni al galoppo, occhi neri
scintillanti e una bocca, una bocca… be', l'hai sempre saputo che è il tuo
punto di forza. E' tempo che ti succeda qualcosa. Marzo ha portato violette e
tepori, tu mettici un po' di malizia. E infatti.
Scendendo
il viale verso il cancello della villa, un frizzante tardo pomeriggio tutto
cielo blu pavone e stelle timide, Angelica sentì un clacson alle spalle.
–
Ehi, piccolina!
Per
un attimo ebbe paura di andare a fuoco tanto le avvamparono le guance, poi
riuscì a sorridere.
–
Ciao.
–
Salta su che ti do un passaggio.
L'interno
della Panda era arruffato e confortevole come il proprietario. Pagine gialle
squadernate sul sedile posteriore, giornali sotto i piedi, un mazzetto di
rosmarino rinsecchito sullo specchietto, profumo di sandalo e autoradio in
sottofondo.
–
Dove vai?
–
A casa. L'autobus passa in fondo alla discesa.
–
Se abiti nel raggio di dieci chilometri ti accompagno.
–
Un paio bastano e avanzano.
Che
fare, se ti chiama ancora piccolina? Reazione indignata, o appena un po'
gelida, o strizzata d'occhio da giovane a giovane? Spiegargli bene perché, una
volta uscita dallo stato gelatinoso in cui ti butta la sua presenza,
preferiresti essere Angelica e non la sua piccolina? Abbozzare? Questo è un
momento importante, ragazza mia. Abbiamo stabilito che lo stato di debolezza è
superato. Non hai più scuse.
–
Ho un nome proprio.
Ahi!
Voce tesa, corpo sulla difensiva. Non era questo che mi proponevo.
–
Certo, lo so. Angelica Gabrielli. Centodieci e lode e grandi speranze come
attrice.
–
Allora, perché non mi chiami per nome? Renderebbe tutto più semplice. Come
piccolina non so tanto muovermi.
Brava.
Hai ricuperato con eleganza. Sapevo che hai stoffa. D'altra parte, non
dimenticare che anche se non lo sa lui per te è il carinissimo.
–
Ti faresti una birretta prima di rientrare? C'è un posto piacevole proprio qui
all'angolo.
Bingo!
Seduti
fianco a fianco sulla panca di legno, Angelica e Luca bevvero birra e
mangiarono patatine col ketchup. Fuori c'erano aliti di primavera precoce, ma
nel locale l'aria era pesante di fumo e frittura. Un'atmosfera incantevole per
un primo incontro.
–
Sempre entusiasta di lavorare per Ginni?
–
E' una donna straordinaria, e molto gentile. Certo non è il tipo di lavoro che
vorrei fare per sempre. Tu come ti trovi con lei?
La
faccia più ingenua che riuscì a trovare, ma non era granché.
–
Io mi trovo bene dappertutto. Sono fatto così, un carattere d'oro e la massima
adattabilità.
Due
risate in sincronia. Angelica fece scivolare la mano accanto a quella di Luca
sul tavolo unto. Prendila, dai, deciditi.
Luca
le prese la mano.
–
Che unghie perfette! Non lavi mai i piatti?
Un'altra
risata. Adesso le facce sono vicine vicine, le labbra perfette di Luca quasi a
contatto con la bocca bellissima di Angelica.
–
Vivi sola?
–
Sì.
Ma
non sapeva tutto?
–
Andiamo da te?
C'era
un'unica risposta possibile, ovviamente.
E
altrettanto ovviamente Leo scelse proprio il giorno dopo per telefonare da
Parigi.
–
Devo essere a Milano sabato. Potrei arrivare domattina e fermarmi per tre
giorni. Ho una voglia pazzesca di vederti. Sei sempre bella magra e nera come
la notte?
Ahi
ahi ahi. E adesso come la mettiamo, Angi?
–
Sei ancora lì, Angi? Qualche problema?
–
No no, nessun problema. Sono solo sorpresa. Non ci sentiamo da quasi un anno.
–
Esagerata. Saranno due mesi, tre al massimo. E comunque ti ho sempre pensata.
Sono tornato definitivamente da New York una settimana fa, probabilmente
lavorerò in Italia quest'anno.
Pensa
in fretta, dai. Prendi una decisione.
–
Domani e dopodomani ho degli impegni che non posso rimandare. Vediamoci
venerdì.
Vigliacca!
Da te ci si aspettava un po' più di audacia. Questo si chiama traccheggiare.
Be',
avrò pur diritto a pensarci un attimo, no?
–
Va bene, come vuoi –. La voce era delusa e carezzevole. – Non vedo l'ora di
abbracciarti. Sapessi quanto mi manca il tuo sederino tondo.
Blea!
Adesso non mi fare il macho melenso, non è la tua parte, Leo.
–
Arrivi in treno o in aereo? Chiedo un giorno di ferie e ti vengo a prendere.
–
Treno, l'aereo non vale la pena. Alle sette in stazione. Avrò una copia di Alice nel paese delle meraviglie sotto
il braccio. Tu porta un garofano all'occhiello.
Seduta
sul parquet a gambe incrociate, Angelica sorrideva alla sua immagine riflessa
negli specchi a parete. In che bel mondo viviamo, pieno di giovani maschi dolci
e passionali. Che allegria di vento fresco carico di profumi primaverili là
fuori, che brividi indiscreti sulla pelle troppo carezzata. Che piacevole
prospettiva di drammi e discussioni di cui sarai il centro. Che bei casini ti
si prospettano.
Chiamò
immediatamente Lori per analizzare la situazione, ma non ne ricavò molto. Lori
era
stanca, il bambino non dormiva mai, Riccardo nervosissimo continuava a
intervenire chiedendole dov'era il detersivo per i piatti e perché aveva
dimenticato quello per la lavatrice. Fortunatamente Amapola era a casa e le
dette molta più soddisfazione, intercalando la conversazione con dovizia di
'beata te' e 'come cazzo te la cavi stavolta, Angi'. Quando riattaccò la
segreteria la informò che c'era stata una chiamata.
–
Volevo dirti buonanotte, piccolina. Lo so che ti chiami Angelica, ma a me piace
pensarti come la mia cara sciocchina, dolce e spaventata. Ci sentiamo domani,
un bacio mooolto intimo.
Porco
cane, Luca non poteva richiamarlo. Non aveva osato chiedergli il numero di
telefono. Per quel che ne sapeva lei magari viveva con Ginni, dormiva nel suo
letto coperto di pellicce vere, in quel medesimo istante la stava scopando in
lenzuola di raso, le stesse che lei, Angelica, aveva tante volte portato in
lavanderia e ritirato stirate e piegate.
Per mesi niente amore e
adesso troppo amore, come ti senti, Angelica? Avresti bisogno dei consigli di
Decembrina in questo momento. Non che tu non sia in grado di tenerti pulita da
sola, i tuoi capelli splendono e i denti sono immacolati, ma forse lei saprebbe
indicarti come scegliere i sorrisi, quale riservare a Leo e quale a Luca, ti
insegnerebbe una canzone da cantare al momento giusto, un piatto malandrino da
cucinare per legarli a te per sempre.
Voleva ritrovarsi sola con Luca almeno una volta prima
di rivedere Leo. Era stata una notte troppo ansiosa, troppo sorprendente, per
poter capire com'era andata. Si era sentita come una scolaretta che ha preso il
premio di fine anno dopo che tutti le avevano detto che non studiava
abbastanza.
Sul lavoro non lo incontrò, la giornata trascorse
monotona tra telefonate e riordino del guardaroba primaverile di Ginni che era
via fino al lunedì. E' per questo che Luca si è sentito libero? Oh piantala,
Angelica. Così è andata e così la faremo andare di nuovo.
In effetti, non aveva ancora messo piede a casa che il
telefono suonò.
– Sciocchina bella, hai un po' di tempo per vedermi?
C'era da pensarci su due volte, secondo voi?
Dunque: nottata impegnativa. Si tratta di
immagazzinare impressioni. Per onestà, per rimpianto dell'aureola che Leo le
aveva regalato, per baldanza giovanile, perché è diligente, Angelica vuole
avere il massimo possibile di dati per fare un confronto razionale nel campo
della massima irrazionalità, l'amore. Bisogna dire che il carinissimo è stato
molto carino e la prima notte con lui incantevole, ma non è scattato quel
meccanismo di spudorato narcisismo che solo la passione sa creare. Ora
Angelica, per quanto giovane, non è inesperta e vuole verificare. Diciamo
addirittura applicare un metodo scientifico. Sperimentare bene sul campo prima
di trarre conclusioni, evitare di essere avventata e impulsiva, lasciandosi
trascinare dall'emotività. Insomma, vuole scopare ancora una volta con Luca
prima di rivedere Leo, dimostrando una saggezza insolita per i suoi pochi anni.
Luca, senza rendersene conto, continuava a ripetere lo
stesso errore, nella serena convinzione di incarnare un ideale che non
richiedeva maschere. Era dolce, era pieno di attenzioni, ma nemmeno per un
attimo dava l'impressione di essere travolto da un eccesso di emozione.
Continuava a chiamarla la sua piccolina, la sua sciocchina. Per scherzo, è
ovvio, ma Angelica non era così ingenua da non capire che se uno riesce a
scherzare vuol dire che è un po' troppo sicuro di sé. E chi è sicuro di sé ha
il controllo della situazione. E chi ha il controllo della situazione non ama.
Nessuno avrebbe potuto confondere gli scherzi di Luca con una manifestazione di
timidezza.
Ma rivedere Leo fu, per Angelica, la prima vera tappa
verso il disincanto. Non che lui fosse cambiato, anzi. Ma che ne era delle
nuvole su cui avevano camminato insieme, della corona fosforescente che le
circondava i corti capelli un anno prima, della feroce certezza di essere la
regina del mondo, dell'onnipotenza amorosa, dell'aura scintillante tutt'attorno
alla sua persona? Fu bello fare l'amore, fu emozionante, ma c'era un tarlo.
Ripartirà. Non posso più chiedergli, fiduciosa: che faremo? Devo chiedere che
farà. Anche lui mi ha chiesto: che farai? Niente più prima persona plurale,
solo due caute, paurose prime persone singolari. Lo accompagnò al treno con una
sensazione lancinante di separatezza, di lontananza. Siamo due amici, due
amanti, non siamo più i protagonisti dell'avventura più speciale, unica,
emozionante del secolo.
Ah, Angelica, quanto ti manca al momento i cui
conteranno anche i ricordi comuni e il cumulo faticoso e ricco delle parole non
più necessarie perché scontate, conosciute. Tu vivi in tempi di scoperta e
esaltazione. Non vederlo più, taglia questo ramo divenuto doloroso perché è
fiorito così tanto da non poter tornare mai all'altezza di quella prima
fioritura.
Seduta sul parquet, un mucchietto cartoline e stampe
di e–mail accanto a sé, Angelica riflette. Luca non è Leo, la tenerezza e il
gioco non sono la passione furente. La fiamma azzurra non rimpiazza la fiamma
rossa. Il fuoco morente rattrista chi ricorda le vampe alte e rombanti di quando è scoppiato. Non vorrebbe dovere
affrontare questa realtà, ma è così. Leo è il passato. Sulle sue guance lisce
scendono lacrime grasse, giovani per fortuna. Esiste ancora il futuro.
Ora però è meglio aprire le finestre e guardare che
cosa succede in strada. Sappiamo tutti che l'amore è il pensiero dominante, ma
grazie al cielo nella vita bisogna anche mangiare e pagare le bollette e
divertirsi. Ci sono altre cose più importanti, ma nessuno può farti una colpa
se in questo momento i guai del mondo non ti acchiappano più che tanto. Non sei
mai stata una ragazza molto impegnata e ti scusiamo se continui la tua vita con
le fette di salame sugli occhi ancora per un po'. Stai facendo anche tu le tue
scoperte, molto intimiste ma non per questo meno significative. Prendi tempo,
Angelica, irrobustisci il tuo cuore molliccio.