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lunedì 10 marzo 2008

THANK YOU BOYS

Io da ragazzina andavo alle feste. Per fortuna quel periodo è durato poco. A parte l'eccitazione dovuta alla pansessualità adolescenziale, era un gran tormento. Non voglio neppure soffermarmi sulla barbara consuetudine per cui erano esclusivamente i maschi a poter invitare a ballare le ragazze – il cielo mi risparmi patemi uguali a quelli dell'attesa del cenno, spesso caritatevole, che mi avrebbe elevata al rango di "scelta almeno per una volta", o alla desolazione degli eterni tre minuti del disco quando bisognava aver l'aria disinvolta e contenta anche se si era l'unica scartata –, mi limito all'agghiacciante momento dell'entrata. Se ti andava bene, stavano tutti ballando e tu potevi scivolare quatta quatta in qualche angolino in penombra. Ma se era un momento di pausa, ahimè, tutti si voltavano a guardare la nuova arrivata poi, con la stessa occhiata fluida e cieca, si giravano dall'altra – mai che avessero l'aria di essersi accorti che era successo qualcosa, avevi spostato dell'aria, occupavi uno spazio nella stanza. Non li toccava nemmeno il fatto che c'era una in più con cui dividere le pizzette e la cocacola. Sono esperienze che lasciano il segno, e a tutt'oggi non vado pazza per arrivare in un posto dove è già riunita altra gente con cui si suppone che dovrei socializzare. Comunque. Tutto ciò per dire che avevo un po' di paura a entrare nella blogsfera – un po' di gena, a dirla dialettale. Invece questa volta mi hanno vista! mi hanno salutata! e una fettina della mia adolescenza faticosa è stata riscattata. Thank you, boys. E rimaniamo in contatto.