martedì 11 dicembre 2018

Quattro passi nell'Ottocento 2: Leopold von Sacher-Masoch, Diderot a Pietroburgo o la scimmia parlante del Madagascar

Leopold von Sacher-Masoch
La seconda tappa della mia passeggiata ottocentesca mi ha portato a Leopold von Sacher-Masoch e al suo racconto Diderot a Pietroburgo, uscito nel 1998 per Sellerio con una nota introduttiva di Sandro M. Moraldo, nella traduzione di Sandro M. Moraldo e Francesca Pisani.
La narrazione di von Sacher-Masoch si basa sul dato storico che Caterina II di Russia ebbe tra i suoi molti protegés intellettuali anche Denis Diderot, il filosofo illuminista e enciclopedista. Diderot riceve due lettere dalla Russia, una da Caterina la Grande, zarina di tutte le Russie (che lui chiamava ironicamente "papa al femminile"), e l'altra da Caterina la Piccola, la principessa Kathinka Daschkoff, che aveva aiutato la sovrana a detronizzare il marito Pietro III, ora presidente dell'Accademia di Pietroburgo, che lo invitano pressantemente a recarsi a Pietroburgo, con argomenti davvero capaci di convincere. Scrive Caterina la Grande: Se non verrete presto da me, mio caro filosofo, allora verrò io da voi, ma non da sola, bensì seguita dalla mia armata e sottrarrò una volta per tutte alla Francia i suoi grandi ingegni. E Caterina la Piccola rincara: L'imperatrice (...) si annoia ancora, sapete cosa significhi che una zarina s'annoi? Significa: la Russia trema e aspetta da voi di essere liberata dalla collera imperiale. Le lettere sono accompagnate dai ritratti delle due signore, entrambe belle e attraenti... Diderot cede, e corre a corte.

Parigi fu in lutto quando seppe della partenza di Diderot, e Pietroburgo esultò. Il filosofo è al centro dell'interesse di tutti e trionfa nei salotti, tranne per quel che riguarda il filosofo e naturalista (ed esperto tassidermista) Paul Iwanowitsch Lagetschikoff, che sente minacciata la sua posizione di scienziato favorito della sovrana ed è roso da gelosia e invidia. Intanto Diderot viene preso da una grande passione per la bella Caterina la Piccola, le invia biglietti amorosi che per un equivoco convincono Caterina la Grande che siano indirizzati a lei. In seguito a una conferenza tenuta dal francese all'Accademia di Pietroburgo, in cui sostiene che l'uomo discende dalla scimmia e che la prova sta nell'esistenza di una scimmia parlante che vive in Madagascar, la situazione precipita e si trasforma in una sorta di raffinata pochade in cui Diderot rischia di finire impagliato dal suo avversario e viene salvato in extremis dalla principessa Kathinka...

Godibile, irriverente, cattivello e molto divertente, il racconto di von Sacher-Masoch presto volge al grottesco, alla farsa paradossale. La grande Caterina (figura già di per sé interessantissima) resta sullo sfondo, mentre a condurre il balletto è l'altra Caterina, l'intrigante principessa che tiene nelle sue graziose manine le redini di molte faccende a corte. Interessantissimo è anche Denis Diderot, personificazione dell'Illuminismo più puro qui mostrato nella totale irrazionalità della fregola amorosa e nella mortificante trasformazione in uomo scimmia. C'è l'arguta anticipazione delle teorie darwiniane sull'origine della specie (The descent of men, 1871) note all'autore ma ovviamente anacronistiche per quel che riguarda Diderot. C'è ironia o forse derisione verso l'illuminismo o verso il positivismo? Non sono in grado di dirlo, posso solo riportare la caustica battuta di Lagetschikoff, deciso a impagliare la finta scimmia, che al suo grido Fermatevi, sono Diderot risponde Lo possono affermare tutte le scimmie!

E mi ha fatto riflettere molto. Pubblicato in origine nella raccolta Storie della corte russa, 1873-74, si rivolgeva a un pubblico di lettori che sicuramente sapevano bene chi erano i personaggi storici di cui si parla, e del loro significato nell'immaginario e nella cultura europea, per i quali vedere Denis Diderot che perde la testa per un'infatuazione, si infila in situazioni grottesche, mortificanti per la sua levatura intellettuale, rischia la morte in un modo così ridicolo come essere trasformato in scimmia impagliata, o la donna più potente del mondo comportarsi da credulona e vanesia,  assumeva di sicuro una valenza ben più forte di oggi. Sic transit... Ancora oggi vale sicuramente la pena di leggere Diderot a Pietroburgo, ma forse si perde una parte della sua forza satirica; in compenso, un valore aggiunto è che costringe il lettore a buttarsi su Wikipedia per rinfrescarsi le idee sui personaggi. 
     

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