E' la storia di un'analisi sui generis. All'anziana scrittrice Nona viene diagnosticato l'Alzheimer. Cosciente che presto la sua memoria si cancellerà, affida al suo ex psicanalista e amico, chiamato in tutto il romanzo "il dottore", la storia che ha condizonato tutta la sua vita. Tutti i mercoledì sera si reca da lui, come per una seduta fuori orario, e racconta un pezzo del suo amore con la dottoressa Merkel, che per un periodo ha sostituito il dottore come sua analista. A un certo punto della terapia, dopo alcuni incontri fuori dallo studio, l'analista confessa di essere molto attratta dalla paziente. Ne parlano, discutono, la dottoressa Merkel tenta fughe finché non ce la fa più e la passione scoppia tra le due. La grande trasgressione del romanzo, il motivo per cui Nona ne esce distrutta, è questa, il fatto che si tratta di una passione tra analista e paziente. La dottoressa Merkel, che si autodefinisce un'eterosessuale ambigua, è sposata e ha una figlia a rischio anoressia. E' un grande amore, passione ma anche confidenza, tenerezza, comunicazione. Però Nona vorrebbe di più mentre la Merkel, donna ambiziosa e pragmatica, che pure si è separata, è cauta anche per motivi sociali. L'amore va avanti per un paio d'anni tra molti viaggi. L'ultimo alle isole Lofoten, in Norvegia, è un viaggio d'addio perché la Merkel ha deciso che la storia è finita. Non torna indietro sulla decisione, e con la storia per Nona finiscono anche la vita e l'amore. Il dottore ascolta e intanto pensa alla sua vita, è ossessionato dal fallimento del suo matrimonio con la moglie Nora. Sia lui che Nona vivono per la parola, lui come terapeuta e lei come romanziera. Anche per l'autrice è molto importante la parola come si intuisce dalla sua scrittura ricercata, preziosa, molto ricca di metafore, che riesce a procrastinare il tempo, un presente continuamente dilatato fino a sgretolare l'azione, anche minima, che descrive. La struttura è complessa, gli incontri settimanali tra Nona e il dottore sono costruiti con gli ampi flashback di entrambi e tra l'uno e l'altro ci sono brevi inserti di un quotidiano che procede in senso cronologico. Questo ritmo lento e spiraliforme subisce una brusca accelerazione nel capitolo finale dove l'azione sostituisce la riflessione.
Vi ho ritrovato la tematica di un romanzo che ho letto l'anno scorso, Il gusto del picchio di Elisabetta Pasquali. Anche lì si trattava di una passione tra analista e paziente in cui è l'analista a sedurre con conseguenze tragiche per la sedotta, anche quello è il romanzo di una donna incentrato su un argomento, la psicanalisi, che non è più molto frequentato. La coincidenza mi ha colpito ma non sono riuscita a decidere se è solo casuale o c'è qualche motivo per cui si è verificata.
La scomparsa dell'alfabeto è un romanzo profondo che consiglio a chi non cerca nella lettura una facile evasione né lo specchio di una contemporaneità politica o sociale. E' un romanzo dove è protagonista la psiche con il suo contorno di sentimenti, emozioni e riflessioni, dove l'io conta molto più degli altri e campeggia in primo piano.
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