giovedì 3 dicembre 2009
Personaggi
Ho appena finito un'antologia che consiglio a chiunque legga l'inglese e si interessi di scrittura. Si chiama The book of other people, a cura di Zadie Smith (Denti bianchi) e è uscita nel 2008 per la Penguin dopo una prima edizione del 2007 per Hamish Hamilton. Non mi sto a dilungare sui vari autori e relativi racconti, anche se posso segnalare il primo, Judith Castle di David Mitchell, a mio gusto il più perfetto, dotato di un blend che io adoro, tra il comico, il patetico e il grottesco, o Perkus Tooth di Jonathan Lethem, tratto dal suo ultimo romanzo Chronic City o Roy Spivey di Miranda July o Donald Webster in cui Colm Toibin riesce nella doppia carambola di creare un personaggio e una vicenda convincenti e coinvolgenti partendo da un monologo interiore rivolto all'amore fuggito e raccontando la morte della madre. Certo anche in questa antologia, molto ricca, 24 autori per 23 racconti, ci sono testi un po' deludenti, ma rimane un esempio di come si crea un personaggio e potrebbe essere un ottimo stimolo per un corso di scrittura creativa. Ci sono autori, oltre quelli citati e la curatrice (struggente il suo Hanwell Snr), come Dave Eggers, George Saunders, Jonathan Safran Foer, ecc ecc. Due racconti a fumetti (a me è piaciuto moltissimo Jordan Wellington Lint di Chris Ware) e uno illustrato. Un libro veramente bello e pieno di significato, non come certe antologie del tutto pretestuose o pallidissime. Una lettura divertente, varia, insomma di quelle che fan venire voglia di tornare a casa e sdraiarsi sul divano, fanno pensare e soddisfano profondamente. Chissà se sarebbe possibile con autori italofoni.
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