Comincio dal consiglio per gli acquisti perché l'orrido natale si avvicina e bisogna pensare ai regali, crisi permettendo. Allora, per i più piccini a cui volete bene, non proprio piccolissimi ma in età possibilmente pre–giochini elettronici, sempre che esista: un meraviglioso Piccolo museo di Babalibri, opera di Alain Le Saux e Grégoire Solotareff con la collaborazione di Mantegna, Ghirlandaio, Velasquez, Bosch, Van Gogh, Ensor, Goya, ecc ecc. E' un abbecedario, da "albero" a "zuffa", composto da particolari tratti da quadri famosi e meno famosi, che visti così fuori contesto si caricano di un significato e di una poesia indescrivibili. E il genitore che troverà il tempo di sfogliarlo con la propria creatura ne trarrà a sua volta grandissimo piacere. Io l'ho trovato nel bookstore della Gam di Torino, è stato ristampato nel 2007. Vivamente, entusiasticamente consigliato per tutti.
Quanto a Stephen King, ho letto un suo libro, Duma Key, dopo moltissimi anni dal primo e ultimo letto in precedenza, Pet Sematary, che mi aveva talmente disturbata da tenermi definitivamente lontana da questo autore. Già allora, però, avevo apprezzato l'abilità di scrittura di King, capace di creare un mondo realistico, concreto e quotidiano in cui scatenare le sue fantasie orrorifiche. In quel lontano romanzo anche queste fantasie mi erano sembrate magnifiche nel loro genere, solo che evidentemente toccavano dei punti per me troppo sensibili. In Duma Key ho ritrovato, ancora di più di quanto mi ricordassi, una grandissima capacità di scrittura, un'abilità di creare un ambiente e un'atmosfera veramente fuori dal comune. La prima parte mi ha preso senza riserve. Il protagonista, Edgar Freemantle, ricco costruttore, ha un incidente gravissimo in cui tutta la parte destra del suo corpo rimane menomata, gli viene anche amputato il braccio destro. In seguito anche il suo matrimonio si spezza, e lui si trasferisce in un'isola della Florida, Duma Key appunto, dove cerca di rimettersi insieme dedicandosi alla pittura. Proprio dipingendo comincia a sentire le prime inquietudini, soprattutto la presenza di un fantasma del braccio mancante che pare dotato di vita propria... Non vado avanti nel racconto della trama, dico solo che è fantastica la bravura di King nel comunicare la condizione di un uomo menomato che faticosamente si adatta alla nuova vita e insieme vede crescere il suo, fino a quel momento insospettato, talento di pittore. Quando poi l'aspetto horror prende il sopravvento confesso che mi sono anche un po' annoiata, a parte un po' di tensione non mi ha né sorpresa né coinvolta. Comunque nell'insieme è uno di quei libri che non si riescono a mettere giù, so di non dire niente di nuovo ma confermo l'opinione di chi afferma che King è uno scrittore notevole. Forse è anche uno scrittore che avendo avuto un successo stratosferico con l'horror ha dovuto continuare su quella strada, e probabilmente non è facile trovare tutte le volte una paura più paurosa di quella precedente.
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