domenica 19 ottobre 2008
Ma quante scritture ci sono?
Periodo di grandissima pigrizia, impotenza a scrivere, piccoli impegni che distraggono e tolgono energia. Pensare che ne avrei avute di cose su cui riflettere. A cominciare dall'incontro con Silvia Treves e Alessandro Defilippi avvenuto nell'ambito di "Portici di carta", che partendo dal mio libro Lei coltiva fiori bianchi, creatura della CS_libri, si è trasformata in una piacevolissima conversazione su temi che stanno a cuore a tutti e tre in quanto scriventi e leggenti. Ma sono passati venti giorni, è un po' tardi. O le riflessioni suscitate dal dialogo tra Francesco Gnerre e Andrea Demarchi avvenuto nella libreria Legolibri di Torino e intitolato "Omoculture. L'omosessualità tra cinema, musica e psicologia. L'eroe negato, la rappresentazione dell'omosessuale nella cultura contemporanea" in cui l'interessante excursus sulla figura dell'eroe omosessuale riguardava in realtà l'autorappresentazione e non ha toccato neanche un'autrice né un'eroina omosessuali, lasciandomi il dubbio che nel titolo, malgrado il plurale, mancasse l'aggettivo "maschili". Così anche l'inevitabile interrogativo iniziale, "esiste una letteratura omosessuale?" mi è parso mal posto se riguarda solo una parte della questione. E ripensando anche all'interessante scambio di opinioni con Alessandro Defilippi e Massimo Citi sulla "scrittura femminile" in questo stesso blog, nei commenti al post Dove nascono le storie del 15 settembre, mi è venuto un brivido di solidale comprensione per le scrittrici lesbiche, che dovranno interrogarsi ogni volta che si mettono al lavoro: esiste quello che scrivo? esisto io stessa, e sto davvero scrivendo? Rifletterò ancora su questo tema, anche perché il 6 novembre sera, all'Extreme di via san Massimo, presenterò il romanzo di Sarah Sajetti, Volevo solo un biglietto del tram, un giallo frizzante ambientato nella Milano lesbica. Ma non c'è verso, la testa mi funziona poco, e per il momento non ho altro che domande.
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