Sono della vecchia scuola, mi piace usare la testa e non la pancia 
quando affronto qualsiasi situazione. Se ci riesco, ovviamente, cosa che
 non succede sempre. Sul pc ho appiccicato una vignetta di Altan dove il
 solito tipo con il naso a proboscide dice: emozionatemi, sennò mi tocca
 di pensare. Negli anni c'è quasi sempre stata una vignetta di Altan sul
 mio pc, è un genio con la capacità di fotografare il peggio in una 
frase, e mi trovo sempre in assoluta consonanza con lui. Adesso 
navighiamo in questo brodo spesso, e sostanzialmente primordiale, di 
emozioni. E non quando baciamo il moroso o troviamo i ladri in casa, no,
 basta mangiare un cioccolatino o una pasta e fagioli. Adesso, anche 
entrare in un museo. Tutto deve comunicare emozioni, niente deve 
richiedere la vecchia trafila guardare, interrogarsi, pensare, capire. 
Per carità, troppo difficile, noioso. Richiede sforzo. Non sia mai che 
sudiamo e il cervello ci puzzi. Ma a parte queste amenità, io diffido 
delle emozioni perché sono ricattatorie, ottundono i sensi, offuscano la
 lucidità, sono già padrone di per sé di metà della nostra esistenza 
senza che gli affidiamo anche l'altra. Quella che faticosamente 
cerchiamo di governare con la razionalità. Piangere e ridere va bene, 
abbracciarsi come in un telefilm americano un po' meno, però ogni tanto 
fermarsi e riflettere un pochino a mente fredda prima di scegliere a me 
sembra indispensabile.
L'altro manierismo attuale è quello della 
narrazione. Tutto deve raccontare una storia. Dai profumi agli 
apriscatole. Però è più che altro aria fritta, un modo di dire, una posa
 modaiola che perdono magnanimente a quelli molto, molto più avanti di 
me. 
E visto che di fissazioni personali si tratta, voglio 
registrare un caso di demenza linguistica letto sulla Repubblica del 
10/12, pagina 10, in un articolo di Francesco Bei. Si parla di un pranzo
 al Quirinale con mezzo governo per discutere del prossimo consiglio 
europeo: erano attovagliati nella sala del Torrino i ministri....
 Non ho la minima stima per i membri di questo governo, ma mi dispiace 
pensarli attovagliati. Nessun essere umano, per quanto spregevole, 
dovrebbe subire questa sorte.


 
3 commenti:
Ma di che ti preoccupi! Attovagliamoci così senza pudor...
Ma lo sai che quando ho letto il titolo ho sentito un piccolo fremito di... irritazione? :-)
E invece!
Non pensavo di poter essere così concorde e solidale, anzi: il tuo post mi porta a riflettere su una serie di cose che ultimamente do (o "dò"?...) un po' troppo per "scontate".
Grazie, ma di cuore!
E che il cervello ci sudi pure, e se ci puzzerà un po', pazienza!
E ora, anch'io come l'ottimo Massimo Citi mi vado ad attovagliare con piacer! :-D
Un abbraccio, ma forte!
Orlando
Ehi boys! attovagliamoci insieme che è più divertente! e magari alla fine ci facciamo un bel piantino tutti quanti...
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