Prima di parlare di I compagni di pietra di Ylljet Aliçka, libro che mi è piaciuto moltissimo, vorrei fare una piccola riflessione. Questo libro, di un autore albanese non molto noto in Italia ma ampiamente tradotto e pubblicato in inglese e francese, uscito nel 1999 in Albania e in Francia, nel 2006 in Italia per Guaraldi, è attualmente introvabile: nessuna versione ebook, si può volendo acquistare, usato, su Amazon per 45€ (se leggete in francese vi va meglio, ce n'è una copia usata a 39,99€), su IBS non è disponibile, sul sito della casa editrice non so ma ci vuole troppo tempo a cercarlo, ho rinunciato. Allora, che senso ha che ne parli qui? Intanto potrebbe invogliare qualcuno a leggere altro di suo, non che ci sia molto in italiano, due libri tradotti da Rubettino, di cui uno solo anche in versione digitale. Ma quello che mi interessa è sottolineare l'estrema mortalità dei libri cartacei. Se è il prodotto di un autore famoso, ristampato e riedito, la cosa può essere diversa, ma quanti anni di vita ha il libro di un autore valido ma non necessariamente molto commerciale? Qualche mese in libreria, poi qualche anno in depositi polverosi, e poi via, sparito. Ma una versione digitale, almeno, sarebbe la soluzione più semplice.
Comunque, io ne voglio parlare perché è un bel libro e anche una rarità, visto che di letteratura albanese non è che ne circoli tanta da queste parti. Io amo tantissimo Ismail Kadarè, per esempio La città di pietra o The file on H e ho letto qualche altro romanzo, Rosso come una sposa e Non c'è dolcezza di Anilda Ibrahimi, e sicuramente anche altro che sul momento non ricordo. Amo anche molto l'Albania, e negli ultimi dieci anni ci sono ritornata molte volte, scoprendo sempre nuovi motivi d'interesse. Per cui quando ho trovato questo libro, probabilmente al Salone del Libro, mi sono affrettata a comprarlo, poi è finito nello scaffale dei libri da leggere, e il tempo è passato. Comunque se lo trovate non ve lo fate scappare. Vale la pena. Inoltre si tratta di una raccolta di racconti, e, lo ripeto per l'ennesima volta, io amo tantissimo i racconti.
Ylljet Aliçka ha cominciato come insegnante elementare, poi si è occupato di editoria scolastica, poi ha intrapreso una carriera politica che lo ha portato a essere ambasciatore in Francia, Portogallo e Monaco, ha scritto libri di successo, è sceneggiatore, insomma un tipo versatile. Come scrittore è conosciuto soprattutto per Gli internazionali. Diplomatici in carriera, reperibile in italiano sia in cartaceo che in digitale. Io l'ho comprato, e prima o poi lo leggerò e ne parlerò.
I compagni di pietra è composti di quindici racconti veloci, incisivi, senza sbrodolamenti né riflessioni didascaliche, da cui trapela la capacità di sceneggiatore di Ylljet Aliçka. Molti dialoghi, niente descrizioni se non di qualche personaggio, una netta prevalenza del grottesco implicito, molta empatia per qualche personaggio più patetico in un paio di storie. Sono tutte ambientate nell'epoca di Enver Hoxha o negli anni dopo la sua morte, e arrivano fino alla crisi finanziaria e i disordini del 1997. Molto presente la morte, ma come spinta a mettere in luce situazioni paradossali e ridicole come la gestione dei cadaveri in Storia di un decesso, o insolita fonte di guadagno in Confessione di un poeta, o spia rivelatrice della disumanità del sistema e degli uomini che ne fanno parte in Buche per piantare gli alberi e Storia d'amore. Non mancano naturalmente la burocrazia ottusa e la dirigenza assurda, nell'esilarante Slogan, da far leggere a tutti gli insegnanti nostrani, in cui si racconta dell'obbligo imposto ai docenti di scrivere uno slogan politico, assegnato dal direttore, con sassi imbiancati a calce sulle pendici montane e dell'obbligo di averne cura insieme ai propri alunni, con tutte le conseguenze del caso. Tipi strani, geniali e folli, sono i protagonisti di Una storia (quasi inverosimile) di nobili e Semplice cerimonia (il cui protagonista è un italiano che non ci fa una gran bella figura), mentre invece i protagonisti di Triste storia di paese (forse il mio preferito), La madre del carcerato, fulminante apologo sul potere e la paura, Invito a nozze commuovono e sono intensamente attraenti nella loro ingenuità e sincerità fuori dal tempo, mentre Un anno difficile è una commedia grottesca che si destreggia tra dramma e comicità nel 1997, l'anno dell'anarchia sociale.
Insomma, mi ripeto, un libro che consiglio vivamente a chiunque ami i racconti ben scritti ma non compiaciuti, abbia curiosità per il mondo in cui viviamo e per le realtà meno conosciute anche se vicinissime, che spero avvicini il lettore all'Albania e ai suoi abitanti, con l'augurio che possiate procurarvelo in qualche modo.
La traduzione è di Amik Kasaruho, e avrebbe avuto bisogno di una energica e accurata revisione.
5 commenti:
La questione dei libri "esauriti" e "fuori commercio" - che per chi ama leggere è un problema grande - certe volte ha del ridicolo. Libri belli e importanti vanno fuori commercio dopo un anno dalla loro uscita! Opere "esaurite" che moltissime persone attendono di poter leggere o rileggere, non vengono ristampate. E poi oggi grazie al digitale non credo che sarebbe un problema così insormontabile la "ristampa" di libri ormai introvabili. O è forse una questione di diritti? Ascolto spesso un programma radiofonico su Radio Tre che si occupa di scambi di libri "esauriti" tra lettrici/lettori e spesso mi sconvolgo nel sentire che libri di "un certo peso" editi nel 2012 (DUEMILA E DODICI!!!) sono fuori catalogo già da anni. Boh, i misteri dell'editoria... Scusa lo sfogo.
Ciao Carissima e Buon Primo Maggio!
Caro @FumettidiCarta, questa è una lunga e triste storia. Secondo me gli editori ancora non hanno superato la paura del digitale, che all'inizio sembrava destinato a soppiantare e distruggere il cartaceo. Appurato che invece piace solo ai lettori, che non coincidono affatto con i compratori di libri, mentre ormai il libro è diventato uno status symbol da esibire sui social sdilinquendosi sull'odore della carta (cosa che mi è sempre sembrata un po' disgustosa oltre che assolutamente idiota), sul piacere del possesso, sugli scaffali affollati, di cui parlare a vanvera riferendosi per lo più a versioni cinematografiche o televisive (altra cosa che mi fa rivoltare lo stomaco), insomma non è un nemico ma un alleato, secondo me ogni libro dovrebbe uscire con la sua versione digitale obbligatoriamente. Poi sicuramente ci sarà la questione dei diritti, ma quella è legata alla vendita e possono benissimo inventarsi qualche soluzione, tipo che i diritti digitali durano meno o vattelapesca, è il loro mestiere e non tocca a me insegnarglielo. Insomma si sta tanto a parlare di libri poi si permette che, appunto, muoiano in età più che giovanile come tanti poeti tisici dell'Ottocento. Grazie che mi leggi, @Orlando.
Sicuramente esistono problemi per la ristampe in formato e-book di autori stranieri. Lo dico per esperienza visssuta, nel senso che in ALIA avremmo potuto stampare in forma elettronica autori giapponesi ma, a quanto pare, le case editrici nipponiche non lo permettono. Per quel poco che ho sentito questo avviene anche per gli autori in lingua inglese, anche se, a rigore, i diritti sono degli scrittori. Quanto basta, comunque, per chiudere con gli autori stranieri. In quanto ai libri troppo presto ritirati dal commercio spesso il problema è l'entità dell'acconto versato dal distributore sulla novità e i 120 gg. con i quali il medesimo distributore paga il libro all'editore. In sostanza il problema è inesorabilmente di soldi e non di qualità. Ma qui mi fermo per non scrivere un trattatello...
Le ringrazio molto per l'articcolo. Per quanto riguarda la raccolta " I compagni di pietra", il fatto e che, quando e uscito il libro alcuni anni fa, non si e accompagnato da nessuna publicita, percio l'editore Guaraldi a preferito darmi come diriti la maggior parte delle copie del libro in una forma gratuita. Dicco questo, per dire se ce un interesse qualquno, mi puo indirizzarmi a mio email:ylljet.alicka@gmail.com ed io la mando, anche gratuito, almeno che il libro sia letto... Cordiali saluti Ylljet Alicka
Grazie a @massimo per il tuo commento, letto a suo tempo ma senza risposta forse perché il momento era nero per la situazione Covid... non che adesso sia molto meglio ma forse ci siamo abituati. E grazie a @Ylljet Alicka per la risposta e la generosa offerta. Ripubblico su Facebook, Instagram, Twitter e Linkedin la recensione, nella speranza di far conoscere a qualche lettore il suo bellissimo libro. E prima o poi leggerò “I diplomatici” e ne parlerò. Se ne ha piacere, mi tenga informata se ci sono sue novità in uscita.
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