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mercoledì 22 luglio 2020

Ragazze libere e audaci in Turchia: Perihan Mağden, Stella non scappare più

 Perihan Mağden è una scrittrice turca piuttosto nota in patria dove ha subito un processo politico per le sue opinioni di giornalista, e tradotta in molte lingue. In Italia è pubblicata da Scritturapura, casa editrice molto attenta agli autori stranieri e turchi in particolare, con la traduzione di Barbara La Rosa Salim. Su questo blog ho già parlato di Ali e Ramazan.

Stella non scappare più è un romanzo basato su un'idea fulminante: in una Turchia contemporanea che pare presa da tutto tranne che dalla politica e dalla religione, Sun, adolescente sbandata con una famiglia difficile alle spalle, nutre una passione totalizzante per Stella, cantante pop e idolo delle folle. Per un colpo di fortuna riesce a intrufolarsi nella sua lussuosa villa sul Mar Nero, e lì per qualche tempo vive nascosta dormendo nello sterminato guardaroba di Stella coprendosi con le sue pellicce, mangia quello che riesce a rubacchiare, beandosi della vista da lontano della sua Stella e bagnandosi nella sua piscina. Dopo un po' viene scoperta prima dalla servitù, una segretaria tuttofare, un cuoco gentile e comprensivo e molti altri che ruotano intorno a Stella e dipendono dalla sua benevolenza e dal suo umore. 

A un certo punto Stella si accorge della sua presenza, che non ha bisogno di spiegazioni perché può confondersi in mezzo alla folla di persone che approfitta della cantante e sfruttandone la fragilità. Stella è una creatura piena di debolezze e dipendenze, che vive fluttuando in un mondo privo di concretezza, al di sopra e al di fuori delle convenzioni sociali, libera e promiscua, abituata a avere tutto quello che vuole e spendere senza limiti. Si incuriosisce della ragazza, la attira nella sua orbita, la vizia cercando di renderla simile a sé fisicamente e anche psicologicamente. Il loro rapporto si fa sempre più stretto, vagamente morboso e forse con una connotazione sessuale che però non diviene mai esplicitata.   

La narrazione procede in modo un po' ripetitivo e privo di sorprese, tanto che a un certo punto viene il sospetto che l'autrice non riesca a sviluppare in modo del tutto soddisfacente l'idea iniziale, la cui potenza si sgonfia e si perde. Non svelo il finale per non fare spoiler, ma un sospetto di moralismo o almeno di perbenismo, o magari di ingenuità, lo rende forse un po' deludente. Però Stella non scappare più secondo me è un romanzo da leggere senz'altro, non fosse che per l'immagine assolutamente inedita e nuova della società turca che offre. Lo consiglio vivamente, purché si tenga presente che non è un capolavoro ma un ritratto lieve, molto leggibile e veloce, di una vicenda insolita e attuale. Mi piacerebbe sapere quanto c'è di realistico in questo ritratto di una Turchia frivola e ricca, dedita a tutti i vizi che il denaro può offrire.

lunedì 5 giugno 2017

Perihan Mağden, Stella non andare via

Un libro veramente sorprendente, Ali e Ramazan della scrittrice turca Perihan Mağden. Per molti motivi: è una struggente storia d'amore omosessuale tra giovanissimi, preadolescenti; parla di pedofilia, sfruttamento sessuale di bambini, corruzione nelle istituzioni, prostituzione maschile, dando colpi mortali all'immagine rocciosa del maschio turco; parla di violenza della polizia, vizi e perversioni nella gioventù ricca, alcol, senzatetto, solitudine e disperazione; eppure riesce a essere intriso di tenerezza, amore incondizionato e amicizia pur nel degrado. Inoltre è stato pubblicato in Turchia nel 2010, e ha avuto notevole successo.

La storia è quella di due bambini che si conoscono in orfantrofio a Istanbul, e da quel momento saranno inseparabili. Varie e profonde sono le ferite ricevute nella loro pur brevissima esistenza, il che ne cementa l'amicizia che si riconosce prestissimo in un amore esclusivo e appassionato. Le loro vicende costituiscono il tessuto del libro, che si dipana tutto per le strade, i parchi e le piazze di Istanbul, con una breve parentesi nella maggiore delle Isole dei Principi. Il punto di vista è quello di Ramazan, il bellissimo e estroverso "bambino di un film turco" abbandonato alla nascita nel cortile di una moschea, mentre Ali detto l'Arabo, che proviene dall'estremo est dell'Anatolia, ai confini con la Siria, ha alle spalle una tragica vicenda familiare.
La narrazione ha un andamento semplificato al massimo e ripetitivo, scandito in frasi brevi, piene di punti esclamativi, sicuramente per adattarsi alla semplicità dei due protagonisti (a questo proposito ho letto che già nel romanzo Due ragazze l’autrice aveva fatto un gran lavoro sul linguaggio per individuare il lessico usato dalle adolescenti) ma forse non del tutto convincente in traduzione. In ogni caso nulla toglie alla godibilità di Ali e Ramazan, che nessun amante della Turchia e della sua letteratura deve perdere. Traduzione di Barbara La Rosa Salim.