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mercoledì 1 febbraio 2017

Abbasso le emozioni!

Ma che saranno mai 'ste emozioni?

Ripubblico un vecchissimo post, del 10/12/08, perché si tratta di un argomento che mi sta a cuore e sul quale so di essere sconfitta in maniera talmente totale che mi sento un po' ridicola a sostenerlo. Ma non ho cambiato idea nel tempo, anzi.

Sono della vecchia scuola, mi piace usare la testa e non la pancia quando affronto qualsiasi situazione. Se ci riesco, ovviamente, cosa che non succede sempre. Sul pc ho appiccicato una vignetta di Altan dove il solito tipo con il naso a proboscide dice: emozionatemi, sennò mi tocca di pensare. Negli anni c'è quasi sempre stata una vignetta di Altan sul mio pc, è un genio con la capacità di fotografare il peggio in una frase, e mi trovo sempre in assoluta consonanza con lui. Adesso navighiamo in questo brodo spesso, e sostanzialmente primordiale, di emozioni. E non quando baciamo il moroso o troviamo i ladri in casa, no, basta mangiare un cioccolatino o una pasta e fagioli. Adesso, anche entrare in un museo. Tutto deve comunicare emozioni, niente deve richiedere la vecchia trafila guardare, interrogarsi, pensare, capire. Per carità, troppo difficile, noioso. Richiede sforzo. Non sia mai che sudiamo e il cervello ci puzzi. Ma a parte queste amenità, io diffido delle emozioni perché sono ricattatorie, ottundono i sensi, offuscano la lucidità, sono già padrone di per sé di metà della nostra esistenza senza che gli affidiamo anche l'altra. Quella che faticosamente cerchiamo di governare con la razionalità. Piangere e ridere va bene, abbracciarsi come in un telefilm americano un po' meno, però ogni tanto fermarsi e riflettere un pochino a mente fredda prima di scegliere a me sembra indispensabile.

martedì 16 marzo 2010

Uffa 'ste emozioni

Siccome sono stizzosa mi altero facilmente per cose che in fondo non dovrebbero riguardarmi. Come la faccenda delle emozioni. Ho una grande diffidenza verso le suddette: la mia idea è che ce ne dovremmo difendere cercando di usare soprattutto il cervello che già fa tanta fatica a funzionare, figuriamoci se le interferenze emotive ce le andiamo a cercare. Per esempio, ho letto su la Repubblica il resoconto della manifestazione dell'11 marzo contro il governo Berlusconi. C'era questo e c'era quello, scrive il giornalista, hanno detto questo e quello, ma chi ha emozionato è la Bonino. Alt. A parte il fatto che io non ho un feeling particolare con la Bonino, ma questo non c'entra. Perché dovrebbe emozionarmi dal palco? Non siamo tutti lì per ribadire che vogliamo liberarci di uno che proprio dell'eliminazione della testa ha fatto un'arma di dominio e di controllo? Uno che parla alla pancia, che cerca di suscitare le emozioni più elementari, basse, meccaniche che ci siano? Che ha appena pubblicato un libro (di politica, mica fiction per ragazzine) intitolato L'amore vince sempre sull'odio e sull'invidia? (cito a memoria, magari non è precisissimo ma mi rifiuto di andare a controllare). Io penso che se non ci si adeguasse tanto alla moda culturale (???) attuale che vuole che tutto ci emozioni, un piatto di seppie allo zenzero come gli asparagi biologici, un vestito demenziale che mai scenderà dalla passerella perché le donne normali non sono mica sceme, e altre infinite merci che devono farci spendere ma vogliono raggiungere il portafogli passando attraverso il cuore, se ci si sforzasse di usare il cervello, staremmo tutti meglio e forse saremmo un passo, un passettino, un frisinin più indietro rispetto al mare di merda in cui ci stiamo dibattendo. Faccio un altro esempio, più frivolo. Prendiamo un film di Muccino, ma anche una media fiction televisiva italiana, uno dei cento film italiani tutti uguali che si dimenticano nel momento stesso in cui esci dal cinema, che parlino di genitori, figli, ex, cose belle o brutte, ecc ecc. Cose della vita: l'uomo tradisce, la donna lo scopre. Che fa? Urla. Urla e urla per mezz'ore, spacca tutto, lo picchia, ma soprattutto urla. Risultato, lui se ne va, e vorrei vedere. A me viene da pensare che le donne italiane siano tutte isteriche, fragili di nervi, e soprattutto molto rumorose, ma no, vivono le loro emozioni. Non è che voglio dire che davanti al tradimento si debba abbozzare o fare le signore per forza, ma sembra che se una non urla non è una vera donna, ha qualcosa che non va, è meglio che cerchi aiuto dallo psicologo che le insegnerà a tirare fuori le emozioni così la prima volta che il moroso ha una nuova sbandata si sarà temprata l'ugola e potrà fare la sua regolare scenata. A me non piace vedere sullo schermo le donne ridotte a macchiette partenopee, a furie scatenate. Sono sbagliata? Devo cercare aiuto? Anche io ho le mie emozioni, per fortuna, non voglio mica dire che l'emozione è da bandire, ma controllarla, non mettere proprio da parte il cervello nell'affrontare la vita, è così sbagliato? Io per esempio non posso sentire l'Internazionale senza che mi venga un nodo allo stomaco, un singhiozzo di quelli irrefrenabili. Lo so, sono preparata, è una reazione del tutto irrazionale e istintiva. Mi suscita un senso di appartenenza, riconoscimento, condivisione a prescindere. Però non mi metto a piangere, non vado all'assalto di Palazzo Chigi, non intraprendo una lunga marcia, neanche salgo sulla Mole a sventolare bandiere. So che è un momento emotivo, ne godo e poi cerco di passare oltre. Be', so che questo esempio è un po' balengo, ma non ho voglia di entrare nel personale.
E' che mi infastidisce trovare questo uso dell'emozione come se fosse sempre una cosa positiva, anche qui a prescindere. Mi irrita quasi quanto quelli che usano gli intransitivi come transitivi, quelli che scrivono a me convince, o fare sesso. Non potrei vivere senza leggere i giornali ma sono dei trabocchetti terribili che mi suscitano "emozioni negative", se così posso definire l'irritazione per sentirmi normale.
E sono molto riconoscente a Mercedes Bresso perché si guarda bene dall'emozionarmi. Per questo ho intenzione di sostenerla votando Eleonora Artesio, altra che usa il cervello prima della pancia.