Quando mi sono seduta al computer per parlare di
Le vite anteriori (
Golem edizioni), credevo che avrei recensito l'ultimo libro di
Massimo Tallone: ma non avevo ancora toccato la tastiera che ho avuto notizia che venerdì 19 febbraio ne uscirà uno nuovo,
La riva destra della Dora, seguito di
Il postino di Superga, entrambi scritti a quattro mani con Biagio Fabrizio Carrillo. Il fatto è che Massimo Tallone, come sa chiunque lo conosca anche solo di striscio, è uno scrittore talmente vulcanico e prolifico che per tenergli dietro ci vogliono buone gambe e ottimo fiato.
Le vite anteriori è la terza parte di una ideale trilogia che comprende
Il fantasma di Piazza Statuto e
Il diavolo ai giardini Cavour, in cui il nostro si diverte un mondo a affrontare temi legati al côté oscuro
di
Torino, satanismo e dintorni, o comunque in bilico tra spiritualismo e
new age. Qui si tratta di ipnotismo e reincarnazione - per usare un
linguaggio da ignorante, ma Massimo Tallone è molto più scientifico e
leggendo questo romanzo si imparano anche un sacco di cose in proposito.
Nelle sue pagine si alternano sapientemente momenti dilatati e
frenetiche accelerazioni, ci fa viaggiare tra Langhe, Venezia e Sicilia,
Ferrara e Torino, seguendo l'indaffarato (ma metodico) io narrante Lo, scrittore che
sta preparando un libro sull'ipnosi regressiva e i ricordi delle vite
anteriori frequentando ipnoterapeute e altri strani personaggi. In
contemporanea Lo, per aiutare la sua amica Lea (personaggio indimenticabile!), svolge un'investigazione
in Sicilia che lo porta a sfiorare la mafia e i suoi oscuri maneggi. E
come bonus, Lo ci mette al corrente delle sue tecniche di scrittura e
delle sue teorie sulla narrativa. È un libro pieno di sorprese, parecchio complesso anche
se le vicende appaiono lineari, in cui (per usare una frusta metafora
che sicuramente Lo riterrebbe indecente) Massimo Tallone mette molta
carne al fuoco, e la condisce con una prosa ricca, ricercata,
estremamente analitica, capace di squarci poetici nella descrizione dei
paesaggi siciliani, e una spolverata della sua abituale ironia.

Elencare qui tutte le opere dell'eclettico Massimo Tallone è impossibile, ma voglio citare
L'amaro dell'immortalità e
Il Cardo e la cura del sole, dove compare il mitico Cardo,
protagonista di almeno sette (se ho contato bene) romanzi in cui è un
insolito, schifidissimo e irresistibile risolutore di delitti e misteri.
Vivamente raccomandato. Inoltre voglio ricordare che è tra i fondatori
del gruppo
Torinoir, gestisce insieme a Desy Icardi la scuola di scrittura
Facciamo la Lingua, collabora
a la Repubblica e La Stampa, e suppongo che ogni tanto mangi e dorma. Forse.
