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venerdì 26 agosto 2022

Franco Foschi, Black Comedy: un bel libro e un bel viaggio: che cosa c'è di meglio nella vita? Franco Foschi, Black Comedy

 È stato un gran brutto periodo per tutti e anch'io l'ho patito parecchio. Uno degli effetti più sgradevoli, dovuto sicuramente a ansia e depressione combinate, è che non riesco più a leggere da un bel po' e il mio amato blog è impolverato e trascurato come una vecchia soffitta. Ora, grazie al potere taumaturgico del viaggio e ai posti meravigliosi in cui mi trovo, le cose vanno un po' meglio. 

Naturalmente una gran parte del merito va ai libri che mi hanno risvegliata dal sonno analfabetico. Perciò sono molto riconoscente al mio amico Franco Foschi, autore del giallo sui generis "Black Comedy", che mi ha acchiappata, divertita e (per quel pochissimo di cui sono in grado) fatta pensare. Ho detto che si tratta di un giallo particolare perché non è un whodunnit, anzi, il presunto colpevole si autoaccusa dell'assassinio della moglie e il protagonista, l'avvocato Qualbuonvento, assistito dalla segretaria Clarissa detta Trudi e dal giornalista Bandoliera ha il suo bel da fare a cercare di discolparlo. Ovviamente non aggiungo altro ma la vicenda a modo suo è complessa, si sviluppa in dieci anni e tocca corde insolite, dando più spazio all'analisi profonda dei personaggi principali e agli aspetti morali che ai colpi di scena. Ma il fortunato lettore di questo bel romanzo, veloce e assolutamente privo di momenti di stanca, potrà godere di un bonus che, da solo, ne fa una fonte di piacere continuo: l'ironia, il ribaltamento di ogni affermazione troppo seria nel suo contrario, l'alleggerimento del dramma della morte nell'ineffabile ridicolaggine della vita. Insomma un libro che fa bene leggere. A me di certo ha fatto benissimo. 

Tra poco abbandonerò questi luoghi meravigliosi, riprenderò la strada di casa e tornerò in mezzo ai problemi e ai pensieri neri. Come sempre viaggiare mi ha fatto benissimo, e spero che almeno il piacere e la capacità di leggere non siano limitati alla vacanza. 


 

giovedì 17 settembre 2020

Lettura consigliata: Raffaele Malavasi, Due omicidi diabolici

 


 Posso ripetere di questo secondo giallo di Raffaele Malavasi quello che ho detto del primo che ho letto, Tre cadaveri. Anche in Due omicidi diabolici l'ambientazione e i personaggi sono superaccattivanti, la storia è piuttosto inverosimile e la soluzione un po' tirata per i capelli, ma chi se ne frega? Anche io, che confesso non ricordavo molto del primo, sono rimasta volentierissimo in mezzo a personaggi che non sapevo chi fossero. Forse un po' meno accenni a vicende passate sarebbero stati opportuni, in certi punti ci si sente come quando si va a cena con un gruppo di persone affiatate tra di loro che nominano amici e vicende che ci fanno sentire un po' esclusi. Ma è un peccato veniale, e ci si lascia volentieri andare al piacere di rincorrere indizi, ipotizzare colpevoli, simpatizzare con uno o l'altro dei protagonisti. 

L'ambientazione è sempre Genova, con un insolito background legato a preti e chiese, citazioni bibliche e punizioni cruente, seminaristi timidi, un po' di sensitivi e percezioni extrasensoriali, ma l'ex poliziotto Red/Goffredo Spada, l’ispettore Manzi e la giornalista Orietta sono pronti a risolvere il mistero lasciando lo spiraglio necessario per far prevedere una terza puntata, il che è un pensiero gradevole. La vicenda è raccontata in capitoli brevi in cui si alterna il punto di vista dei protagonisti, rendendo la lettura veloce e sempre intrigante. C'è anche il piccolo mistero che mi aveva colpita in Tre cadaveri, lieve e divertente come la prima volta. 

Letto in vacanza, in un ambiente non molto propizio alla lettura, si è rivelato adattissimo alla situazione e mi ha rallegrato per qualche giorno, lasciandomi la voglia di leggere altro dell'autore. Consigliatissimo.

domenica 23 agosto 2020

Vivere è inventarsene una nuova ogni giorno: Elvis Malaj, Il mare è rotondo

Finalmente ho trovato modo e tempo di leggere un romanzo di cui ero molto curiosa, Il mare è rotondo di Elvis Malai, autore della raccolta di racconti Dal tuo terrazzo si vede casa mia che ho molto apprezzato. Elvis Malaj è molto giovane e scrive molto bene, inoltre è venuto in Italia a quindici anni dall’Albania, paese che ho girato parecchio negli ultimi anni e mi piace tantissimo. Per cui sono molto lieta che abbia fatto una veloce carriera: dall’amata e brillante casa editrice Racconti è passato a Rizzoli. 

Il mare è rotondo è un romanzo piuttosto corale, veloce, giovane e baldanzoso, di gradevolissima lettura e con più di un motivo d’interesse. I personaggi principali sono tre maschi intorno ai venticinque anni, Ujkan, Giokë e Sulejman. Ujkan, il protagonista, è un tipo con la testa per aria, sbandato, sradicato e insieme inetto e velleitario. Inizia continui lavoretti precari che abbandona subito. Il suo sogno parrebbe quello di andare in Italia ma non si sa se c’è da crederci sul serio. Giokë, di buona e danarosa famiglia, ha un lavoro, porta giacca e cravatta, ha soldi e relazioni nell’establishment. Ė l’amico provvidenziale, che ha sempre una soluzione, promette ma non mantiene. Apparentemente bravo ragazzo con la testa a posto, nasconde lati ambigui e oscuri. Infine Sulejman è uno scrittore che ha pubblicato un libro di un certo successo, è abbastanza conosciuto (ma forse non altrettanto letto), ha una moglie e un figlio, ma è squinternato e coltiva sogni e fantasie, progetti assurdi per fare soldi ma, probabilmente, alla fine è quello che realizza di più. È pasticcione ma anche un vero amico. Infine c’è Irena, la donna irraggiungibile anche quando si fa raggiungere, il personaggio forse più evanescente e stereotipato pur nella sua imprevedibilità. Infine c’è una fitta schiera di gustosi personaggi di contorno, il cantautore masochista, il presidente (il corsivo non è mio), gli zingari con il loro capo Ronaldo, e sullo sfondo i familiari. 


Luogo dell’azione è Scutari. L’Albania che fa da palcoscenico a questa divertente sarabanda è riconoscibile e insieme immaginaria, un paese pieno di voci, di profumi, di parole (molto gustoso il piccolo glossario finale), da cui scappare per raggiungere l’Italia, fata morgana senza volto né voce, e viene da chiedersi perché. La scrittura incalzante è basata sui dialoghi, le vicende si tingono spesso di grottesco e si arriva al finale sospeso e surreale (e forse un po’ facile) molto soddisfatti e di buon umore, a dimostrazione che ci si può divertire anche leggendo qualcosa di diverso da un poliziesco. Molto raccomandato.