venerdì 24 ottobre 2014

Seconda edizione riveduta, corretta e ampliata di "Racconti fantastici e del margine", wow!





Racconti fantastici e del margine, di Consolata Lanza (autrice) e Chiara Negrini (illustratrice) esce in una seconda fantastica edizione, riveduta, corretta e ampliata!!! Tre racconti in più!
Irresistibile e imperdibile. 



La trovate sulla mia pagina Amazon insieme alla versione digitale di tutti i miei libri cartacei.

Un giallo imperdibile scritto da un avvocato torinese: Ossa dimenticate, di Andrea Tamietti

Un giallo imperdibile, scritto da un avvocato torinese

lunedì 20 ottobre 2014

Pagine che scottano, lenzuola stropicciate: HOTell, storie da un tanto all'ora

Quando mi è stato proposto di partecipare a un'antologia di racconti "piccanti" ambientati in un albergo a ore, ne sono stata felice: primo perché amo i racconti, poi perché adoro le antologie, e poi ancora perché mi è capitato due o tre volte, per esempio in Turchia e a Celebes, di trovarmi fortuitamente a passare la notte in alberghi equivoci, o per meglio dire bordelli. Non sono state grandi avventure ma la suggestione è bastata per farmi dire un sì molto allegro. Ero anche curiosa di vedere come gli altri autori avrebbero sviluppato il tema di partenza, e devo dire che il risultato è interessantissimo. Un volume corposo, trentaquattro scrittori  di varia provenienza geografica correttamente equilibrati per genere e età, un'impaginazione accattivante e inventiva, storie parecchio varie e insieme omogenee. E siccome trattano un'esperienza comune a tutti, ogni lettore troverà in queste pagine un riverbero delle proprie, una risonanza personale, uno specchio in cui incantarsi o un'attesa da sorseggiare.

Trattandosi come ho detto di ben trentaquattro autori, tra i quali indegnamente figuro anch'io, mi limiterò a considerazioni di carattere generale. L'argomento così stimolante (sì, mi vergogno, ma non ho resistito) sembra abbia spinto gli scrittori a cercare soprattutto soluzioni narrative "libere", svincolate dal semplice sviluppo di una vicenda a tema: molti racconti imboccano una via quasi sperimentale, certo molto innovativa, omettono, depistano, danno informazioni ingannevoli e parziali. Molti dei racconti sono brevi, alcuni brevissimi, e avvolgono il lettore in un'atmosfera immediatamente riconoscibile di sensuale abbandono. Sono erotici, sì, ma in maniera abbastanza contenuta. Curiosamente non c'è nessun accenno a una sessualità omosessuale. Mancano le pratiche modaiole tipo bondage o sadomaso, tutto sommato l'erotismo di questo hotel di passo (ma anche raffinato e opulento) è tortuoso ma non perverso. Quello che manca è anche un altro elemento di moda: niente generi letterari, nessuna storia noir (e pure quale ambientazione migliore!) né gialla né thriller né horror, neanche un vampiro fighetto e romantico, giusto lenzuola spiegazzate, cameriere stanche, jacuzzi, incontri attesi, amplessi più o meno felici. In qualche autore si intuisce il piacere per l'occasione di usare finalmente un lessico disinibito. Insomma una lettura altamente raccomandabile a tutti, succulenta, pruriginosa, spinta ma con eleganza.

Lavorare con WhiteFly Press, in particolare con l'editrice Gabriella Montanari, è stato un piacere, ho sentito la cura e l'attenzione, la precisione dei rapporti. Mi restano da citare tutti i nomi. Il curatore e prefatore è Elio Grasso; gli autori Adrian N. Bravi, Gino Chiellino, Christiana De Caldas Brito, Monica Dini, Giovanna Gemignani, Mia Lecomte, Dante Maffia, Maldenti, Luis Mizon, Jean-Gabriel Nordmann, Anna Ruchat, Gianmarco Busetto, Domenico Cosentino, Cinzia Demi, Dan Fante, Myra Jara, Letizia Leone, Serena Maffia, Vladan Matijevic, Julio Monteiro Martins, Guido Oldani, Emilio Sciarrino, Melassa Sta, Laure Cambau, Vincenzo Costantino, Mariella De Santis, Leonardo Folla, Consolata Lanza, Rosaria Lo Russo, Baret Magarian, Carla Menaldo, Ivano Mugnaini, Davide Rondoni, Carlo Alberto Sitta; i traduttori Milica Marinkovic, Andrea Sirotti, Gabriella Montanari, Mia Lecomte, Carlo Bordini.       

mercoledì 8 ottobre 2014

Se questa è letteratura erotica, preferisco Erica Jong: Salwa Al-Naimi, La prova del miele

Avevo voglia di leggere qualcosa di forte, qualche bella storia spinta magari ambientata in un luogo nuovo e interessante, lontana dai vezzi delle scuole di scrittura americana, una storia necessaria, coraggiosa. Vedo La prova del miele, romanzo erotico di Salwa Al-Naimi, una donna siriana che pur vivendo a Parigi l'ha scritto in arabo, e me lo scarico felicissima. Be', non è niente di quello che mi aspettavo, e questo ha sicuramente influito sulla mia delusione; ma malgrado normalmente eviti di parlare male dei libri che non mi sono piaciuti, qui voglio spendere due parole perché ho trovato delle recensioni in rete che mi hanno fatto dubitare di avere letto lo stesso libro. Che per inciso non è un romanzo ma una serie di divagazioni disossate divise in capitoli dai titoli appetitosi quanto ingannevoli. Recensioni che sono pensose riflessioni sul niente: perché questo è La prova del miele, un bel vuoto rivestito di parole. Il libro più inutile, vuoto, inconcludente che si possa immaginare, un chiacchiericcio compiaciuto di una narcisa che non ha molto da dire ma vuole dirlo a tutti i costi. Con una contraddizione di fondo, che Salwa Al-Naimi vuol passare per un tipo da scopate senza cerniera (e quanto avrebbe da imparare da Erica Jong!) ma l'unico uomo di cui parla e con cui pratica, il Pensatore, è chiaramente un grande amore mai dimenticato e molto rimpianto. C'è qualche citazione da antichi testi erotici arabi, e su questo si sarebbe voluto davvero saperne di più; qualche ricordo amoroso, qualche esibizione di imprese erotiche (ma per niente erotiche, giochi di sguardi e un grande sfoggio di ti-dico-non-ti-dico, che vien voglia di acchiapparla e dirle: deciditi, se vuoi contarmi le tue scopate sono tutta orecchi, ma se vuoi solo fare quella che la sa lunga e ridacchia allusiva, vado a fare un giro e guardare due vetrine); un sacco di banalità su uomini, barzellette e viagra, vicende di amiche che si riducono poi tutte a pettegolezzi, anche se l'autrice continua a ripetere che è appassionata di storie, che le raccoglie e le ascolta. Allora contale anche a noi, Salwa. Anche a noi piacciono le storie, ma che sian storie e non ciance d'aria fritta.
Un paio di meriti questo libro ce li ha: è una fonte ricchissima di aforismi e farà la gioia di quanti amano le citazioni d'impatto ed è molto breve (105 pagine). Di lettura scorrevole, ci mancherebbe.
Elegante traduzione di Francesca Prevedello.

lunedì 6 ottobre 2014

Sul Pacifico con una zattera di balsa: Thor Heyerdahl, come realizzare le idee folli

Thor Heyerdahl
Grazie alla memoria onnisciente di Google, ho scoperto stamattina che oggi ricorre il centenario dalla nascita di Thor Heyerdahl, antropologo, scrittore, navigatore e parecchie altre cose, il cui libro Kon-Tiki (1950) ha avuto un'importanza fondamentale nelle mie letture. In un tristissimo inverno passato a casa di mia nonna perché ero troppo piccola per viaggiare tutti i giorni da Venaria, dove abitavo, a Torino dove frequentavo la prima media (avevo dieci anni, ero avanti a scuola ma poi mi sono liberata di questo handicap facendomi bocciare a ripetizione), l'ho trovato nella sua biblioteca. Mi ha conquistata e incantata, l'ho letto e abitato e consigliato e imprestato e ha rallegrato con il soffio dell'oceano le buie stanze dell'alloggio di corso Matteotti. Come tutti saprete racconta l'epica impresa dell'autore, che per dimostrare la sua teoria che le popolazioni oceaniche hanno un'origine amerinda, si costruì una zattera di legno di balsa, senza chiodi né altre tecnologie moderne e sfruttando solo la corrente di Humboldt, con quella attraversò il Pacifico dal Perù alle Tuamotu. Certo un'impresa notevole che ebbe successo completo, ma a me interessava soprattutto la parte della traversata in mare aperto, incontrando i pesci degli abissi, combattendo con le onde e il vento, sei uomini che condividono la solitudine perfetta inseguendo un'ossessione. Thor Heyerdahl certo aveva le sue idee ma anche un piglio molto energico, e sapeva trasformarle in azione. Dopo Kon-Tiki lessi Aku-Aku (1958) in cui racconta la sua spedizione all'Isola di Pasqua, le sue teorie rispetto ai moai, le famose teste di pietra di cui riuscì a dimostrare che hanno un corpo scavandone le basi, al loro significato, a chi le ha scolpite e altre fascinosissime questioni che mi tennero occupata la mente a lungo facendomi sognare quell'isola remota. Libro fantastico. Infine, qualche anno più tardi lessi Fatu Hiva (1938), il resoconto di un tentativo di tornare alla natura fallito per stoltezza giovanile, per dirla con I King. Giovanissimo, con una fresca moglie altrettanto giovane, Heyerdahl lasciò la natia Norvegia per andare nelle Marchesi, appunto a Fatu Hiva, un paradiso che si rivelò ben presto infernale. Qui i due fresconi trovarono una realtà che aveva poco a vedere con l'idea che se ne erano fatti sognando sui fiordi. La popolazione locale non era così amichevole, i missionari scesero sul sentiero di guerra per paura che volessero fargli concorrenza, e poi gli animali (insetti che pungevano le giambe causando piaghe che non guarivano perché per coerenza non si erano portati medicine...), le malattie alla fine li fecero tornare alla civiltà scornati e divorziati. Anche questo mi appassionò, mi sorprese e mi fece pensare. In realtà non sono mai stata nel Pacifico, forse non vedrò mai i moai dal vivo, i miei trip di viaggio sono stati altri. Ma questi libri, anche se li ho letti moltissimo tempo fa (almeno i primi due), mi hanno lasciato un'impressione fortissima e li consiglio vivamente a chiunque abbia curiosità, voglia di sognare, gusto per il viaggio e occhi spalancati per osservare mondo.