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giovedì 6 marzo 2014

Libro nuovo, grande offerta! Alcune ipotesi di vita al femminile su DuDag.

Questa volta non è semplicemente la versione digitale di un libro cartaceo ma un libro bello e nuovo, Alcune ipotesi di vita al femminile, pubblicato dalla casa editrice online DuDag che nella sua immensa generosità offre in omaggio La ragazza in tailleur rosso fuoco a chi lo acquisterà in occasione dell'8 marzo.  
Sul sito della casa editrice si può leggere il DuDy, esauriente presentazione dei contenuti e delle intenzioni di chi l'ha scritto (cioè io in questo caso, ma il DuDy ce l'ha ogni libro pubblicato da DuDag, e rappresenta un validissimo aiuto per la scelta). Qui posso anticipare che in Alcune ipotesi di vita al femminile si trovano quattro lunghe storie di donne, che partendo da un passato favoloso e luoghi esotici ci portano sempre più vicino all'oggi e al qui, di modo che ogni lettrice e ogni lettore ci possano trovare spunti di identificazione. Soprattutto, io spero che ci possano trovare divertimento, occasioni per scappare dal reale e viaggiare con la mente, libertà e sogno.   

giovedì 8 marzo 2012

La giornata delle scrittrici


Va be’, visto che è l’8 marzo e non ho condiviso niente con le mie amiche e compagne di genere, farò un elenco delle scrittrici che mi hanno reso più dolce la vita. E voglio sdarmi: comincerò con la lista delle prime dieci. Comincerò con Jane Austen, occhio che osserva e voce che racconta sparendo dietro ai suoi personaggi; Agota Kristof, che non ha sprecato neanche una parola nella sua Trilogia della città di K.; Magda Szabó, e le sue pagine cariche di vita anche sgradevole; Barbara Pym, che dà voce alle umili vite che traggono senso dalle proprie rinunce; Karen Blixen per la sontuosa e geometrica immaginazione; Agatha Christie e i suoi misteri precisi e senza ombre, dove non ha spazio l’imprevisto che sconquassa; Alki Zei, che racconta insieme una Grecia sparita e delle passioni di cui sento la mancanza; Mary Wesley, storie in sordina di donne per bene; Julie Otsuka che ho appena incontrato e sono certa mi resterà nel cuore, una voce plurale per raccontare mille storie individuali; Kawakami Hiromi, anche lei appena conosciuta ma mi ha commossa con il suo amore fatto di silenzi e gesti senza eco. Fine delle prime dieci ma ce ne sono molte altre. Certo entrambe le sorelle Brontë, la sfrenata visionaria Emily e la combattiva Charlotte; Elizabeth Gaskell e George Eliot, con riserve; per esempio M.M.Kaye, con la sua India così meravigliosa e romantica; Penelope Fitzgerald e la sua incredibile capacità mimetica; Elizabeth Taylor, altra perfetta narratrice britannica; a suo modo anche Banana Yoshimoto, un flirt del tempo che fu; certo Helen Fielding che mi ha fatto molto ridere e Fay Weldon, femminista e molto spiritosa. Patricia Highsmith, perfida e tanto appetitosa che si vorrebbe non abbandonarla mai, conosciuta attraverso Margherita Giacobino, altra scrittrice che incanta con le sue storie di formazione femminile. E Marion Zimmer Bradley almeno per quelle nebbie di Avalon che mi hanno stregata per una stagione, Elizabeth von Arnim con le sue donne in viaggio, l’esilarante e cattivissima Alina Bronsky. Madame de Ségur che ho trascurato nel resoconto delle mie letture infantili, importantissima invece con i suoi bravi bambini che si scambiano visite tra castelli, zuavi volonterosi e generali russi. E Karin Michaelis che ha inventato Bibi bambina del Nord, Selma Lagerlöf, le sue oche selvatiche e le leggende antiche, Matilde Serao e i giocatori del lotto compulsivi e disperati, Valeria Amerano che è ancora poco conosciuta e meriterebbe molto di più. I terribili abitanti delle montagne di Paola Drigo. Anilda Ibrahimi per la sua rossa sposa. E ce ne sono sicuramente altre che per il momento non ricordo, ma ce ne sono di certo molte che ricordo benissimo ma non hanno significato per me, per ignoranza o perché non mi dicono niente. Questa è solo una lista improvvisata e molto, molto personale. Se le dimenticanze sono clamorose, di quelle che ti vengono in mente di notte e devi correre a riparare all’omissione, le aggiungerò. Se no, questa è il mio modesto contributo alla giornata della donna.