Si sa che è meglio tardi che mai, e in effetti per me l'incontro con Storia di Arthur Gordon Pym, scritto da
Edgar Allan Poe tra il 1837 e il 1838, è stato tardivo ma fulminante. Ci sono cascata dentro, e mi ci sono trovata benissimo. Un romanzo in un certo senso "ingenuo", non per mancanza di mezzi culturali o letterari ma perché (per nostra gran fortuna!) non c'è nessuno dei filtri cui siamo abituati, quindi non c'è limite alla meraviglia, niente è scontato, niente è déja vu. E le avventure del giovane Arthur che si imbarca clandestinamente su una baleniera per provare il brivido dell'avventura e ne ha a bizzeffe, sono travolgenti e incalzanti mille volte più di un thriller dei nostri tempi. E ammutinamento, naufragio, fame, cannibalismo, scoperta di nuove terre, agguati e combattimenti basati sull'astuzia con popolazioni selvagge acchiappano il lettore e lo trascinano verso il celeberrimo finale senza dargli il tempo di tirare il fiato. Il tutto con una scrittura supereconomica e precisa, che riempie il cuore di ammirazione e piacere. Davvero un incontro che ha lasciato il segno, e un libro assolutamente da leggere (o da rileggere).
P.S. Credevo di averlo incontrato solo ora, invece scopro di averlo letto nel 1993... va be', in venticinque anni si può dimenticare anche E.A.Poe (forse, ma non è bene, ammettiamolo).
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