So benissimo che questo post, se qualcuno mai lo leggerà, non mi renderà più popolare né stimata. Ma sono pronta a correre il rischio. E adesso che è passato lo dichiaro subito, senza mezzi termini: odio il natale. Da anni lo subisco con grande insofferenza e penso che sia una tremenda imposizione con cui tutti quanti dobbiamo venire a patti. E non venitemi fuori con la solita storia dei bambini: i bambini aspettano il natale perché sono i grandi che gli creano questa aspettativa. Non mi piacciono né la nostalgia né lo sciorinamento dei ricordi che sono tutti uguali, noiosissimi e poi chi se ne frega. Per cui di questi tempi la mia comprensione va tutta a quelli come me, e a tutti i non cristiani cui vengono inflitti presepi in ogni angolo, angeli a plotoni e stelle comete dovunque. Il 24, per dire, l'offerta lampo Kindle era costituita da tre libri del papa. Per molti anni mi sono chiesta se era meglio, meno faticoso, lasciarsi travolgere dalla valanga di melensaggine o si doveva resistere. Alternativamente ho adottato uno o l'altro dei comportamenti, ma poi ho scelto il secondo (nella misura in cui ci riesco: cioè con pesanti contraddizioni).
Il fatto è che è difficilissimo sopravvivere tra canzoncine, piccini biondi, neve e lucine intermittenti, senza diventare matti o pensare al suicidio. Chiedo comprensione ma non voglio convincere nessuno. Non cerco neanche approvazione. Se fossimo su Facebook, vorrei che oltre al "mi piace" e condivido" ci fosse un pulsante "ti capisco".
E non voglio neanche dire che non mi piacciono gli auguri, la ricerca di attenzione degli amici, il momento di esternazione dell'affetto, i pranzi allegri insieme, perché voglio bene ai miei amici tutto l'anno, non solo dal 23 al 25 dicembre. Faccio una proposta: istituiamo il giorno del "voglio bene ai miei amici", con data fluttuante che ognuno se lo sceglie, e se qualcuno non vuole dirglielo è libero di non farlo, e se invece lo fa può evitare scampanellii e white christmas.
O forse sono solo di cattivo umore.
E comunque Gesù Bambino non mi ha mai portato quello che gli ho chiesto, cioè tutto quello che non ho più.
2 commenti:
Considera cliccato il pulsante virtuale "ti capisco".
Non ho astio verso il natale: semplicemente mi è del tutto indifferente, anche perché, pranzo coi suoceri a parte (che, anche quest'anno, hanno pesantemente stigmatizzato il mio essere vegetariano... un po' due palle, ma sono anziani e voglio loro bene, quindi sopporto e taccio), non sono minimamente coinvolto col natale.
Persino in ufficio, colleghe e colleghi, evitano di farmi gli auguri: non perché mi infastidiscano, ma perché non essendo, appunto, cristiano, sono così disinteressato a questa festa che non capisco che si fanno a fare gli "auguri".
I presepi poi mi scivolano dietro gli occhi e non mi accorgo della loro presenza. Sarà che non abito in Centro (che anzi evito come la peste fino al 7 Gennaio), ma di presepi praticamente non ne vedo :-D
Per quanto riguarda la giornata del "voglio bene ai miei amici e alle mie amniche" per me va benone, volendo anche con regalo accluso, visto che di amiche e amici ne ho così pochi/e che anche facendo un regalo cadauno/a spenderei pochissimo! :-D
Infine: l'offerta del giorno amazon coi tre libri sul papa mi ha abbastanza schifato: mettine uno sul papa e due "laici", no? E che diamine!
Ciao Carissima, a presto!
Che bello trovare qualcuno che non mi dice subito "ah, se tu avessi dei bambini capiresti" oppure "brutta stronza rendimi subito tutti i regali che ti ho fatto negli ultimi vent'anni". Detesto sostanzialmente il consumo obbligato travestito da festività gioiosa e spirituale, e ammiro la tua olimpica equanimità. Penso che il tuo sia l'atteggiamento vincente perché se non ci si fa coinvolgere, è chiaro, si sta molto meglio. Perciò caro mio l'anno prossimo festeggiamo insieme ;-)
Posta un commento