Anne
Tyler è una sicurezza. Incominciare un suo romanzo significa immergersi in un
bagno tiepido, con la prospettiva di passare qualche ora piacevole. La storia
può essere poco interessante, i personaggi (come spesso succede, anche in questo
romanzo) antipatici, ma la lettura sarà comunque gradevole: potenza della sua
scrittura avvolgente, accattivante, priva di artifici, tanto trasparente da
diventare invisibile, così come l’autrice che si nasconde completamente dietro
ai suoi personaggi e alle loro vicende. Qui il protagonista è un uomo, Liam
Pennywell, che a sessant’anni, perso il lavoro, si ritrova nella necessità di
cambiare casa trasferendosi in un quartiere poco sicuro. La sera del trasloco
Liam va a dormire nel suo nuovo appartamento, e si sveglia in ospedale. È stato
aggredito, ma ha perso completamente la memoria di quanto è avvenuto. Dalla sua
fissazione di ricuperare quelle ore perdute nasce tutta la vicenda che lo vede interagire
con le sue tre figlie e la ex moglie e fare conoscenza con una giovane donna,
Eunice. Se La bussola di Noè fosse un
film potremmo dire che la sceneggiatura ha un po’ di buchi e si perde per
strada. Visto che è un romanzo, mi limito a dire che non bisogna chiedere
troppo a un’autrice così affabile. In fondo la storia di Liam ci acchiappa
comunque, anche se si può dire che succede solo un’altra cosa prima della
conclusione. Condividiamo le sue giornate prive di eventi, in cui l’arrivo
della figlia adolescente Kitty porta un certo scompiglio, mentre l’amicizia con
Eunice sembra una ventata d’aria nuova. In altri tempi, Liam sarebbe stato
definito un inetto. Qui, secondo l’antipatico uso inglese diventato ora di
moda, viene chiamato perdente. Il grande mistero della letteratura e di un
bravo autore (e sicuramente Anne Tyler lo è) consiste proprio in questo: Liam
Pennywell, se fosse il nostro vicino di casa, non ci farebbe simpatia né compassione
e probabilmente non perderemmo tempo a fare due parole con lui neanche in
ascensore. Nelle pagine di un libro, seguiamo i suoi passi con interesse e con
il desiderio di sapere dove va, perché ci va, che cosa troverà, come si
sentirà, dandogli per il tempo della lettura la precedenza sui nostri casi
personali. Traduzione impeccabile di Laura Pignatti.
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