Confesso
di avere comprato questa antologia di racconti (la cui prima edizione risale al
1995) per pura curiosità, perché la scarna quarta di copertina mi comunica che
R. Raj Rao oltre a essere nato a Bombay e insegnare anglistica all’università
di Pune, è uno tra i maggiori attivisti per i diritti civili degli omosessuali
in India. La curiosità nasce dal fatto che la società indiana è estremamente prude, la rappresentazione di scene
sessuali (tranne che nelle sculture sacre dei templi, come a Khajuraho o
Konarak) accuratamente bandita, persino lo scambio di affettuosità moderate è
considerato sconveniente. Volevo quindi vedere in che modo uno scrittore
riuscisse a coniugare letteratura e militanza gay. In realtà questi racconti
sono molto liberi, sia perché non si ammantano di metafore né di eufemismi
quando vogliono parlare di sesso, sia perché trattano temi molto disparati in
cui non si sente mai la minima forzatura “militante”. Insomma, sono racconti
molto letterari e poco attivisti. La cosa che mi ha colpito di più è l’assenza
di qualsiasi manierismo, niente negozi di sari né mercanti di spezie, niente
bungalow coloniali né scimmie, solo lo spaccato di una società dinamica e
conservatrice, molto ben rappresentata. Si sente che l’autore è professore d’anglistica,
che frequenta e ammira la letteratura americana, e in qualche caso questa
letterarietà appesantisce un po’ i testi con una ricerca stilistica personale
ma forse ormai decontestualizzata. Frequenti gli accenni a altri scrittori
indiani, strizzatine d’occhio accademiche, persino l’autoironia di citare Raja
Rao tra gli scrittori di cui non si riesce a spiegare l’immeritato successo. L’assassinio di Salman Rushdie gioca sul
grottesco di un sosia perfetto dello scrittore (sempre chiamato Dio), Intervista a Nihal Singh, noto romanziere
è una divertentissima (e umana) presa in giro della spocchia e delle illusioni
di uno scrittore che non ha raggiunto la fama, Qualche giorno a Trinidad mette in scena la frustrazione di un visiting professor che non riesce a
trovare niente da fare nell’università che l’ha invitato, Moonlight Tandoori è la storia di un corteggiamento difficile ma
non del tutto inutile, Ossessionata,
ossessionante è una riflessione insieme inquietante e spassosa sull’identità
sessuale e di genere. Molto più tosti
“Vorrei che fosse un incubo”, sulle
violenze della polizia e A morte il
musulmano! , lucida e disincantata riflessione sui rapporti tra musulmani e
induisti ambientata durante i disordini del 1993 a Bombay. Nell’insieme è una
lettura gradevole e molto più interessante di tanti epigoni di Salman Rushdie
che arrivano già belli e pronti per il mercato occidentale. Scritti in inglese
e pubblicati su varie riviste, non tutti i racconti hanno avuto la stessa fortuna
con la traduzione, ma nel complesso il testo è molto curato e la fotografia in
copertina bellissima. Leggerò Boyfriend,
il romanzo che ha dato la notorietà a R. Raj Rao, e ne darò notizia su queste
pagine.
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