Un libro importante questo di Rosanna Morace, ricercatrice con una solida base classica, che attraverso l'analisi dell'opera di Julio Monteiro Martins affronta un argomento estremamente attuale, ma ancora poco studiato da noi in Italia: la letteratura migrante. A partire dall'etichetta stessa data al fenomeno, definita insufficiente e imprecisa, Rosanna Morace ne delinea i confini, ne elenca i rappresentanti, focalizzando i problemi, tra i quali il più importante mi pare sia che questa variegata letteratura è definita a priori uniformando opere e autori, a prescindere dal valore delle singole opere, e soprattutto dagli argomenti trattati. Perché non è detto che un autore "migrante", cioé non di madrelinga italiana, dopo averla scelta come veicolo delle proprie parole, parli sempre di emigrazione. Inoltre, osserva Rosanna Morace, nel caso degli autori non italofoni manca quasi del tutto un'analisi che vada al di là della recensione occasionale della singola opera, che tenga cioé in considerazione il corpus delle opere pubblicate da ciascun scrittore. Questo svelto ma approfondito saggio è tra i pochi che si propongono di colmare la lacuna.
Julio Monteiro Martins è nato in Brasile e si è trasferito in Italia nel 1995, a quarant'anni, cominciando una nuova vita come scrittore. Già noto in patria dove ha pubblicato romanzi e racconti fin dal 1975, in età davvero precoce, ha cambiato paese e lingua ma non si è lasciato alle spalle i temi già presenti nelle sue opere precedenti. I suoi titoli italiani, esaminati con profonda intelligenza e cultura, sono ormai parecchi; ma nel libro si parla anche di quelli pubblicati in patria. Tra le peculiarità dell'autore, Rosanna Morace individua la propensione per la forma breve anche quando affronta il romanzo, che si situa frequentemente a metà tra le due forme e sconfina spesso nella metaletteratura; tra i temi fondamentali, la frammentazione del quotidiano e la scissione del sé ormai congenite alla "società liquido-moderna", che riesce nell'impresa di condensare in poche pagine e in immagini vivide e fotografiche un''essenza esistenziale' che racchiude tutta una vita, e altri e più nascosti significati. La sua lingua è metaforica e lirica, e insieme concreta, fatta di carne, ossa e luce. L'analisi delle opere è esauriente e puntuale, e abbraccia tutta la produzione dello scrittore.
Di grande interesse è un'intervista fatta dall'autrice a Julio Monteiro Martins, in cui vengono chiariti con acutezza i motivi della partenza dal Brasile e della scelta di una nuova lingua: non è frequente leggere un'analisi in prima persona tanto limpida, ma Julio Monteiro Martins è autore capace non solo di narrare, ha una profonda cultura e una grande capacità di penetrazione intellettuale. La sua biografia è stupefacente, è stato editore e attivista del partito dei Verdi in Brasile, ha insegnato in patria, negli Stati Uniti, in Portogallo; in Italia insegna all'Università di Pisa e dirige la scuola di scrittura Sagarana, oltre all'omonima rivista on-line. Per la sua bibliografia (davvero ampia: cinque raccolte di racconti e tre romanzi in Brasile, tre raccolte e un romanzo in Italia) rimando al volume in questione; ricordando che l'ho frequentemente recensito su queste pagine.
Un graditissimo bonus sono i cinque racconti inediti, Cipresseta Raffaella Di Blasio, Gita al mare, Una storia breve, El Carnal e Il brusio del mondo. Sulla sua predilezione per il racconto e sulla considerazione in cui viene tenuto dalla critica d'oltreoceano (in Italia purtroppo non è lo stesso) Monteiro Martins dice parole interessanti nell'intervista. In questa breve antologia il tema più forte, sotterraneo ma prepotente è la morte: e la misura brevissima di Gita al mare (il mio preferito) e di Una storia breve ne esemplifica bene il senso e la maestria, facendone la misura perfetta.
Ottimo il paratesto, che comprende anche un breve biografia e una bibliografia completa.
Un mare così ampio. I racconti-in-romanzo di Julio Monteiro Martins è il primo stadio di un progetto più ampio dal titolo Scrittori migranti, in corso di svolgimento presso la Facoltà di Lingue e Letterature straniere dell'Università di Sassari, grazie a una Borsa di Ricerca della Regione Autonoma della Sardegna.
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