martedì 26 marzo 2013

Quando l'amore ha gli occhi foderati di fette di salame: David Nicholls, Un giorno



Questo romanzo, uscito nel 2009 in Inghilterra con grande successo e in Italia nel 2010 presso Neri Pozza, non è proprio il tipo di libro che mi verrebbe da leggere spontaneamente, ma mi è stato caldamente raccomandato (e imprestato) da un amico cui è piaciuto moltissimo, anzi ne è stato commosso. In effetti si tratta di una lettura molto gradevole, di quelle che ti fanno pensare con piacere alle pagine che ti aspettano prima di addormentarti. La storia è molto semplice, boy meets girl ma non è mai il momento buono, per quindici anni Dexter e Emma sono molto amici prima che qualcosa cambi nel loro rapporto. E poi qualcosa cambia, anche troppo. Il tutto prevalentemente a Londra, con puntate in Grecia, a Parigi, Edimburgo e in qualche location campagnola. Il punto d’interesse non è tanto la trama quanto la struttura: la vicenda si dipana il 15 luglio di ogni anno, dal 1988 (quando hanno poco più di vent’anni) al 2007, in una serie di scene in cui vediamo impegnati i protagonisti che nel frattempo hanno operato cambiamenti nella loro vita di cui non siamo informati, ma che risultano da dialoghi e contesto. Questo permette a Nicholls, attore e autore televisivo, di evitare noiose parti di collegamento e approfondimenti sull’evoluzione dei personaggi, mentre può allargare l’obiettivo ai cambiamenti di mode, argomenti del giorno, musiche e locali trendy per dare la sensazione del tempo che passa e delle trasformazioni. Tutto rimane in superficie, ma costituisce un ottimo materiale per una fiction televisiva, più che per un film come invece è successo; è anche troppo chiaro che si tratta di una sceneggiatura bella e pronta. I personaggi sono simpatici, lui debole, narciso, donnaiolo e portato alla trasgressione alcolica, lei insicura, intelligente e capace di realizzare i propri obiettivi. Tra di loro c’è un’amicizia sempre sul punto di franare nel sesso, lei lo ama e forse lui anche ma non se ne rende conto. Crescono in parallelo, più o meno vicini secondo i periodi, mentre intorno si muovono i rispettivi numerosi partner, genitori, amici, successi e fallimenti lavorativi, insomma tutto quello che compone la vita per niente speciale delle persone normali. Sono quattrocentottantasette pagine, e forse l’ultima parte non è proprio indispensabile. Devo dire che l’ho letto con interesse, sono contenta di averlo fatto ma non sono riuscita a crederci fino in fondo, anche se in qualche punto tocca temi molto veri e coinvolgenti, parla di errori che abbiamo fatto tutti, di rimpianti e dolore. Ma un sospetto di artificiosità aleggia su tutta la vicenda, l’ambizione del ritratto sociale costruito attraverso mode e tic verbali, il frequente "questo fa tanto anni ’70" e "quello fa tanto anni ‘80", diventa un po’ stucchevole. Certo non aiuta la traduzione tutt’altro che impeccabile di Marco Rossari e Lucio Trevisan, insicura nel tentativo di mimare un gergo e ornata da qualche perla, la più divertente a pg. 389, dove la confusione tra trentesimo e tredicesimo (va be’ che in inglese si assomigliano, ma nessuno dei due traduttori badava al senso?) fa dire che Dexter Per il tredicesimo compleanno aveva riempito tutto un night club di Regent Street: la gente aveva fatto la fila sul marciapiede per entrare.             

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