È stato un gran brutto periodo per tutti e anch'io l'ho patito parecchio. Uno degli effetti più sgradevoli, dovuto sicuramente a ansia e depressione combinate, è che non riesco più a leggere da un bel po' e il mio amato blog è impolverato e trascurato come una vecchia soffitta. Ora, grazie al potere taumaturgico del viaggio e ai posti meravigliosi in cui mi trovo, le cose vanno un po' meglio.
Naturalmente una gran parte del merito va ai libri che mi hanno risvegliata dal sonno analfabetico. Perciò sono molto riconoscente al mio amico Franco Foschi, autore del giallo sui generis "Black Comedy", che mi ha acchiappata, divertita e (per quel pochissimo di cui sono in grado) fatta pensare. Ho detto che si tratta di un giallo particolare perché non è un whodunnit, anzi, il presunto colpevole si autoaccusa dell'assassinio della moglie e il protagonista, l'avvocato Qualbuonvento, assistito dalla segretaria Clarissa detta Trudi e dal giornalista Bandoliera ha il suo bel da fare a cercare di discolparlo. Ovviamente non aggiungo altro ma la vicenda a modo suo è complessa, si sviluppa in dieci anni e tocca corde insolite, dando più spazio all'analisi profonda dei personaggi principali e agli aspetti morali che ai colpi di scena. Ma il fortunato lettore di questo bel romanzo, veloce e assolutamente privo di momenti di stanca, potrà godere di un bonus che, da solo, ne fa una fonte di piacere continuo: l'ironia, il ribaltamento di ogni affermazione troppo seria nel suo contrario, l'alleggerimento del dramma della morte nell'ineffabile ridicolaggine della vita. Insomma un libro che fa bene leggere. A me di certo ha fatto benissimo.
Tra poco abbandonerò questi luoghi meravigliosi, riprenderò la strada di casa e tornerò in mezzo ai problemi e ai pensieri neri. Come sempre viaggiare mi ha fatto benissimo, e spero che almeno il piacere e la capacità di leggere non siano limitati alla vacanza.
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