In tempi lontani ho letto alcuni libri di Selma Lagerlof di cui ho pochi ricordi perché sono davvero lontani. A maggior ragione di questo, che essendo un libro per ragazzi probabilmente ho letto appunto da ragazzina, o addirittura me l'ha letto mio padre. Però evidentemente il ricordo era gradevole, perché l'ho comprato e scaricato e infine l'ho letto mentre ero in vacanza, davanti al mare e al sole, seguendo con grande piacere Il viaggio meraviglioso di Nils Horlgersson in compagnia delle oche selvatiche, ora sparite dal titolo.
La storia è presto detta: il piccolo Nils Holgersson è piuttosto un cattivo soggetto, non ama i genitori cui fa continui dispetti, tratta male gli animali, batte la fiacca, e un giorno cacciando gli uccelli cattura per sbaglio un coboldo, un elfo, che per punirlo lo trasforma a sua volta in un elfo, un esserino alto una spanna, e per colmo di disgrazia rimane legato alla zampa di un'oca domestica, un grosso papero bianco che decide di fuggire dalla fattoria situata nella Scania, la regione più meridionale della Svezia, in compagnia di uno stormo di oche selvatiche che stanno migrando per trascorrere l'estate in Lapponia.
Il libro, pubblicato nel 1907, un paio d'anni prima che all'autrice fosse attribuito il Premio Nobel per la letteratura, ha l'intento educativo di far conoscere la Svezia regione per regione nelle sue differenze climatiche, morfologiche e di popolazione. Vengono descritti i paesaggi e le città, le differenti colture, le coste, gli arcipelaghi e le montagne, le miniere e i distretti industriali, l'industria della pesca e i luoghi notevoli, in maniera mai pesante o troppo didattica. A volo d'uccello, appunto. Con la sua nuova natura il piccolo Nils ha acquisito la capacità di capire e parlare il linguaggio degli animali, il che mette in evidenza il colpo di genio che sta alla base della vicenda. Le notizie sono vere e concrete, ma le spiegazioni sono spesso derivate dai racconti tradizionali, fiabe e leggende, e i vari animali acquistano uno spessore di personaggi con tutte le loro caratteristiche e abitudini. Così si rispetta la capobranco, l'anziana e saggia Akka, ci si affeziona al fedele papero bianco, si teme l'aquila e si disprezza la volpe, si viene a conoscere il loro passato e le traversie che li legano. Ci sono anche esseri umani, i due bambini raminghi i cui passi si incrociano spesso con i voli di Nils, i ricchi benefattori, gli umili lavoratori.
C'è una lezione fondamentale che Nils deve imparare per poter riacquistare le sue parvenze originarie. La lezione è legata soprattutto all'amicizia, alla lealtà, alla fedeltà e alla generosità, ma bisogna dare atto a Selma Lagerlof che il suo fiabesco romanzo non ha nulla di moralistico. Quello che Nils capirà alla fine è legato alla vita e alla natura, non alle leggi umane. Il lettore arriva alla fine con leggerezza e contento delle mille storie che gli sono state raccontate, e si accomiata da Nils e dallo stormo di oche selvatiche con un forte senso di amicizia e simpatia. E' una lettura molto riposante che mi sento di consigliare a chi non ha bisogno di leggere "tutto d'un fiato", di "divorare" un libro, e non vuole storie "mozzafiato" né ci tiene alla suspense, ai cadaveri ogni tre pagine e alla soluzione finale. Chi ci riesce ne trarrà molto piacere. La bella traduzione è di Laura Cangemi.
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