Si parla di una cena al primo ristorante cinese di Torino, in via Goito, che avrà un profondo impatto sulla vita di due persone, dell'apparenza che inganna e i fatti veri, le differenze sociali e la Nemesi, la Fiat mamma e matrigna (in uno dei racconti più riusciti, I cancelli di Mirafiori). Ci sono le ragazze, le donne (molte) che suscitano l'attenzione dell'io narrante, sempre presente in tutti i racconti ma reticente e misterioso. Su tutto si stende una patina di lontananza, che in certi momenti fa sospirare où sont les filles d'antan, ma poi con un robusto colpo d'ala si torna all'oggi. Spesso il narratore si interroga sulla vera natura dei sentimenti nutriti dalle ragazze nei suoi confronti (Letterature comparate), sulla vera natura di una ragazza dalla fama usurpata (Brividi neri), sulla vera natura del sentimento forte ma indefinibile che lo lega a un'amica di lunga data (Colonna sonora), persino sulla vera natura dei rapporti coniugali di una coppia di vicini (Una famiglia) cercando di ricostruirne il senso attraverso le intermittenti epifanie della verità, scrutando quel tanto o quel poco che emerge del grande mistero che ognuno nasconde in sé, nel profondo, coprendosi con la menzogna o semplicemente perché è incapace di mostrasi come è.
Su questo concordo completamente con Loris Maria Marchetti, quello che arriva ai nostri occhi spesso distratti (ma i suoi sono attentissimi e pieni di empatia) non è che una pallida ombra della realtà, sempre molto più complessa di quello che appare. E per fortuna che ci sono scrittori come lui, speleologi dei sentimenti, che con attenzione, umanità e sapienza scavano per portare alla luce tesori di inquieta raffinatezza. Come raffinato è questo libro, piccolo come dimensioni ma di grande impatto, che consiglio a tutti coloro che nella lettura non cercano solo la soluzione del solito delitto, ma sperano di trovare anche un'eco, forse persino una risposta ai tanti interrogativi che la vita ci pone continuamente.
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