Di questo libro, il primo pubblicato dalla mirabile e mai abbastanza lodata casa editrice Racconti, confesso che mi ha colpito soprattutto il titolo geniale, Appunti da un bordello turco. Avrei da dire la mia sui bordelli turchi (e in effetti ci ho scritto su un racconto, Le principesse in fiamme, uscito nell'antologia di racconti erotici HOTtell), così ho comprato senza esitazioni questo libro di esordio dello scrittore irlandese Philip Ó Ceallaigh. Dico subito che ne sono stata conquistata: una corposa raccolta di racconti ambientati per lo più a Bucarest, di cui l'autore, che ci vive da una quindicina d'anni, dà un ritratto vivissimo.
Si tratta di storie pessimiste e desolate ma assolutamente non deprimenti, anzi, piene di senso del comico e vivaci, dinamiche, piene di sorprese. Philip Ó Ceallaigh ha il dono di saper rappresentare la vita nei suoi aspetti più agghiaccianti, nel suo squallore, senza per questo spaventare il lettore né allontanarlo dalle sue pagine che scintillano d'intelligenza e umanità, né dalle sue parole che avvincono per la grandissima perizia narrativa. Il paradosso sottende sempre le vicissitudi dei personaggi che non cadono mai nel grottesco né nel patetico, e la noia non sfiora mai chi legge. Protagonista è sovente un maschio abbastanza giovane, nullafacente o quasi, con velleità di scrittura, dedito all'alcol, sensibile al fascino femminile e spesso immischiato in situazioni complicate. Altro personaggio importantissimo e ricorrente è il "palazzo", il falansterio, eredità del regime in cui il protagonista abita invariabilmente al decimo piano. Grande pregio è anche la scrittura essenziale, priva di compiacimenti e luoghi comuni, tutta concreta e insieme tesa a mettere continuamente in comunicazione l'esterno con l'interno del personaggio.
Così si comincia alla veloce con Taxi, in cui un tassista ciarliero capisce troppo tardi che ci sono volte in cui è meglio tacere, per passare subito a Nel quartiere, il più articolato e corale dei racconti, in cui gli abitanti del palazzo vanno per i loro affari. Giovani sconclusionati e vecchi volenterosi, inquilini in bolletta e amministratore altrettanto squattrinato, tutti imbozzolati nella solitudine di chi si vive fianco a fianco, isolati ma in mezzo agli altri, riescono a creare sprazzi di solidarietà, di spalleggiamento tra solitari. Filosofia, sesso variamente mercenario, felice mancanza di inibizioni e amore per la cultura greca fanno di Who let the Dogs Out? un divertentissimo spaccato di vita spregiudicata. Dolcezza, resoconto di un formale invito a cena nei ricchi sobborghi di Phoenix, Arizona, è un agghiacciante ritratto dell'american dream visto da chi lo ha realizzato. Gli incontri che costellano la strada del protagonista di Camminando verso il Danubio scatenano complesse reazioni, mescolando generosità, minaccia, paura e la stanchezza di affrontare la vita. Denti rotti è il terribile resoconto di come Radu, un rottame di uomo, riesce a autodistruggersi distruggendo la sua unica speranza, andarsene in Canada a cominciare una nuova vita. Del tutto privo di speranza è anche La mia vita d'artista, in cui si parla della vita senza senso, del lavoro senza senso, della fatica, della mancanza di sonno, della pura sopravvivenza degli immigrati illegali nel distretto di Columbia degli USA.
Nel divertente La bestia, due vecchi amici scoprono un animale mai visto prima e tra di loro si scatena la competizione per il possesso della rarità. La soluzione è salomonica. Surreale Un'altra storia d'amore, mentre il minatore protagonista di Mentre affondo vede svanire le sue prospettive di cambiare vita tra l'orrore della miniera e Bucarest, città spaventosa. Una performance è quasi insostenibile nella
descrizione di un'agghiacciante spettacolo teatrale e delle reazioni di pubblico, impresario e artista.
Brutta avventura per lo sconsiderato scrittore di Appunti da un bordello turco, ambientata in una città portuale sul Mar Nero che non può essere che Trebisonda, forse non fascinosa quanto il nome suggerirebbe ma con un fronte del porto vivacissimo e straripante di bordelli a vista. Filantropia è un racconto bellissimo e di desolazione totale, forse il mio preferito, in cui un misantropo si dà un gran da fare per aggiustare le cose che lo tormentano, girando per Bucarest e facendo incontri disparati, ma alla fine era più vecchio di un giorno e la città rimaneva la stessa. La Moldavia, la Transnistria e Atene costituiscono lo scenario di Riportare i fatti, in cui dominano apatia e nichilismo, mentre la gelosia pervade Una serata d'amore e in Delitto e castigo uno squinternato alcolizzato con ricca fidanzata americana, in preda a follia, vaneggiamento e delirio maschilista, parla troppo e ne paga il fio. A New York, la sfiga perseguita il disoccupato di La vita, la morte e i miei ultimi cinque dollari, e la difficoltà di capirsi e di capire pervadono A pesca e La ritirata da Mosca. Traduzione di Stefano Friani.
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