È dal 2009, anno in cui uscì La soavissima discordia dell’amore, che aspettavo con ansia un
romanzo di Stefania Bertola, che mi diverte sempre senza farmi sentire
minimamente scema a leggere, appunto, “letteratura rosa”. Il fatto è che
Stefania Bertola è scrittrice molto intelligente e molto spiritosa, per cui i
suoi libri sono tutto il contrario del tipo di romanzo di cui si parla nel
titolo, cioè quei prodotti di serie sfornati da collane di grandissima
diffusione (Melody, si chiamano nel romanzo, e non sarò io a fare il nome reale
che viene subito in mente) per soddisfare lettrici affamate di romanticismo. E
bisognose di sognare, per cui non vanno mai deluse né spiazzate. Qui si parla
di un corso di scrittura organizzato al Circolo dei Lettori di Torino, in cui
la famosa scrittrice Leonora Forneris insegna regole e misteri necessari per
scrivere un Melody in una settimana, a quindici allievi speranzosi di poterla
un giorno emulare. La protagonista è Olimpia, cinquantottenne bibliotecaria zitella
e zia, di cui leggiamo il work in
progress, cioè la storia che scrive seguendo i consigli, o meglio gli
ordini, dell’insegnante. Gli altri frequentatori del corso sono figurine
schizzate in fretta, di cui vorremmo sapere di più. C’è anche una Consolata che
sparisce subito, e mi piacerebbe sapere perché il mio nome è utilizzato sia da
Margherita Oggero che da Stefania Bertola per qualificare un tipo umano,
torinese e femminile in cui non mi riconosco per niente? Mah, misteri
dell'onomastica applicata. Comunque, il problema di questo Romanzo rosa è che la storia parodistica di Turquoise, giovanotta scozzese produttrice di marmellate
artigianali, e dei suoi tira e molla con Angus, giovanotto scozzese produttore
di marmellate industriali, non regge i sette capitoli che ci sono propinati,
alternati a quelli in cui assistiamo per pochi attimi alle dinamiche tra
compagni di corso e ci tocca leggere le lunghe dispense dell’insegnante
sull’argomento Melody, appunto. Insomma alla fine abbiamo partecipato anche noi
al corso di scrittura, e forse ci può
venire la voglia di cimentarci in un bel Melody storico, o porno soft, o
legale, perché la scelta dei vari sottogeneri è vasta e stimolante e gli
strumenti in mano ormai ce li abbiamo. Però… a me non è bastato. Avrei voluto sapere di più
su quei tre giorni del ’77 in cui Olimpia ha provato la passione che tutto
travolge, o i particolari del ménage perfetto di Carlo alla Crocetta, o di
Giovanna a Biella, o della vita privata di Leonora Forneris. Insomma alla fine
rimane un po’ di insoddisfazione rispetto alle curiosità suscitate dai personaggi
di primo piano, e un filino di noia a proposito dei personaggi Melody e delle
loro vicende. Quella che non manca e non delude mai, e rende comunque la
lettura gradevolissima la lettura, è la scrittura spiritosa, limpida e
spumeggiante di Stefania Bertola. Che speriamo ci darà presto un altro romanzo bello
e divertente come gli indimenticabili Aspirapolvere
di stelle, Biscotti e sospetti o
il già citato La soavissima discordia
dell’amore.
Nessun commento:
Posta un commento