Luigi Stancati, medico cardiologo, è vissuto sempre a Torino e dintorni, è torinesissimo ma in realtà le sue origini familiari sono legate alla Calabria, a Cosenza dove forse ancora vivono cugini lontani. L'autore ricostruisce le vicende personali del padre Abramo, traferitosi a Torino per amore, dirigente Fiat che parlava il tedesco e per questo inviato a lavorare in Germania da cui fortunosamente rientra il 25 luglio del 1943, e dopo gli anni trascorsi tra sud e nord Italia si stabilisce definitivamente in Piemonte, tra Torino e la provincia dove nascono i suoi tre figli, il secondo dei quali, nel 1945, è Luigi, l'autore.
Abramo è un uomo ricco di risorse e la sua vita negli anni postbellici rappresenta in pieno il panorama di un'Italia che non vede l'ora di scrollarsi dalle spalle i pesi della povertà, della dittatura, delle macerie lasciate dalla guerra. Abramo si rivela anche un imprenditore abile e fantasioso, e la sua famiglia ne segue le alterne fortune. Intanto Luigi e le sue sorelle crescono, i ricordi d'infanzia tingono di tenerezza e nostalgia la narrazione, gli aneddoti spuntano come gemme a illuminare le pagine, che seguono attentamente le trasformazioni politiche della seconda metà del '900 senza mai sconfinare nella didattica. L'autore ricostruisce anche rami e radici familiari, inseguendoli fin oltre oceano, e nei "Titoli di coda" inserisce le note biografiche dei parenti che compaiono nella storia, con una galleria fotografica molto interessante e anche commovente.
Non si tratta di un romanzo per cui l'aspetto narrativo è in secondo piano, ma il continuo inserimento delle vicende storiche efficacemente riassunte, i vari episodi autobiografici, il tono affettuoso dei ricordi, le digressioni, l'andamento vivace e spezzettato ne rendono la lettura veloce e molto piacevole. Un ottimo modo di riandare a un passato pubblico e privato che non è lontano e in cui tutti gli italiani, anche coloro che sono nati dopo come le tre figlie di Luigi Stancati per le quali il libro è stato scritto, possono rispecchiarsi perché ne portano ancora le tracce nel cuore e nella mente.
1 commento:
Commento garbatissimo e molto puntuale! la rara dote femminile di cogliere gli aspetti semplici ed essenziali delle cose senza svilirle, al contrario aggiungendo valore.
Cristina
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