martedì 12 aprile 2016

Tutto è dolce nel ricordo: Claudia Piñeiro, Un comunista in mutande

  Non stiamo tanto a interrogarci su quanto ci sia di autobiografico e quanto di inventato nel breve romanzo di Claudia Piñeiro Un comunista in mutande, veloce e gradevolissimo nella fresca traduzione di Pino Cacucci. Ricordi di un'infanzia trascorsa a Buzarco in Argentina, e cristallizzati intorno al marzo 1976 quando Isabelita Perón viene deposta e inizia il famigerato periodo della dittatura di Jorge Rafael Videla. La narrazione è fatta dal punto di vista di una bambina, la cui famiglia è composta da una madre (brutta, secondo la figlia) e un padre (bellissimo, cultore della forma fisica, venditore di turboventilatori o disoccupato, arrabbiato con il mondo, comunista, sempre in mutande, in rotta con la famiglia sia sua che della moglie, giocatore di tennis, per lo più silenzioso e immerso nella lettura dei giornali), un figlio di cui non ci viene detto quasi niente e l'attentissimo, ansioso, inquieto e coraggioso io narrante. Le vicende sono poche e incentrate intorno a un interno di famiglia borghese ma squattrinata, in un piccolo paese dove la questione principale è una disputa con la città di Rosario per il monumento alla bandiera nazionale, di cui Buzarco rivendica di possedere il più antico del paese, e i relativi  festeggiamenti. Gli occhi curiosi della protagonista guardano e notano tutto sia in casa che nella scuola di suore che frequenta, dove insegna la Signorina Julia che nella narrazione assume una fisionomia di minaccia alla pace familiare. Anche il Circolo del Tennis ha importanza in queste microstorie, e il lettore viene avvolto e attirato nel mondo di Buzarco con suo grande piacere. Il climax è un atto di audacia e coerenza della figlia per amore del padre, durante la sfilata in onore della bandiera al cospetto delle autorità (tra cui, importantissima, la "costola di Videla"). La tenera ironia delle parole di Claudia Piñeiro sta tutta nel punto di vista infantile con cui sono raccontate le vicende. C'è anche una parte di note che si possono leggere o non leggere, secondo una tradizione della letteratura argentina che si rifà a Julio Cortázar e Manuel Puig, con una piccola collezione di fotografie dei protagonisti, dove veniamo anche informati delle loro origini e della loro sorte fino alla fine. Un libro piccolo ma molto attraente, solo apparentemente svagato, che fa riflettere, ci ricorda un pezzo di storia che non necessariamente tutti abbiamo chiaro, ma soprattutto regala il piacere di leggere.

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