È una storia a due voci, in cui il narratore onnisciente entra con disinvoltura nella testa dei due personaggi principali: l'anziano e vedovo notaio in pensione Renzo Belmondy e la violinista Livia De Maria, trentasettenne di modesta estrazione sociale e scarsi mezzi. La distanza tra i due è grande sia in termini di età che di posizione, ma scocca comunque qualcosa che per convenzione chiamiamo amore. Tutta la storia, condotta con grande abilità psicologica e di scrittura, sta nel modo in cui Renzo e Livia si avvicinano senza incontrarsi né capirsi, si girano attorno spinti da motivazioni e bisogni opposti, da illusioni e equivoci, dove il paradosso sta nel fatto che è la giovane a avere bisogno d'amore (e sicurezze) mentre il vecchio in realtà non ha bisogno di niente, neppure della sua giovinezza; per allontanarsi poi senza essersi veramente visti come sono in realtà.
Quello che conta di più, però, è che i personaggi si muovono in una Torino fantasticamente lontana nel tempo, anche se la vicenda si svolge nei primi anni '60 del secolo scorso. La cura dei dettagli, dei tic, delle abitudini, dei modi di parlare, di mangiare, di vestirsi che Elisabetta Chicco Vitzizzai mette nei suoi libri è ben nota, e anche qui la sua maestria non si smentisce. La casa pomposa e polverosa del notaio abitata dal fantasma della formidabile Teresa, la moglie defunta, la squallida camera ammobiliata dove vive Livia, lo stanzone nudo con vista sul Po dove gli amanti malassortiti si incontrano, la ricetta della finanziera à la mode di Teresa, la vecchia serva, la stizzosa padrona della pensione di Livia, assumono un'importanza pari alla storia di sentimenti nel fornire al lettore momenti di vero piacere, e L'amore come sai di questi momenti ne offre molti.
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