RAPERONZOLO ALLA CORTE DI RE VISSANI
C'era una volta una signora così povera che non
aveva mai mangiato astice in vita sua. Perciò, una volta che proprio stava per
morire di fame, entrò in una gastronomia e rubò un aspic di astice e cipollotti
dolci del Belice in salsa mordoré.
"Ottima scelta!" disse il suo convivente
quando rientrò e trovò la tavola lussuosamente apparecchiata. "Che ci
beviamo sopra?"
"Aspetta un attimo" rispose lei, scese di
corsa alla Boutique del Vino sotto casa e rubò quattro bottiglie di Ferrari
brut. Ma questa volta le andò male. Il vinaio l'afferrò per la collottola.
"Cash o carta di credito?"
"Facciamo così" propose la signora
"le mando mia figlia, è molto carina e fa ottimi tortini di rape glassate
alla crema di acciughe di Favignana e puntine di cerfoglio. Vedrà che successo
se le mette a dadini come assaggio nell'angolo degustazione".
Detto fatto, la ragazza fu assunta con regolare
contratto, il costo delle bottiglie le venne detratto dallo stipendio in sei
mesi, senza Iva né interessi. Sposò il vinaio e insieme misero su un bistrot
aperto tutta la notte, che presto divenne la location di un reality
gastronomico in cui centotrenta Vip si sfidavano a cuocere i loro piatti sulla
fiamma di una candela. E vissero felici e contenti mangiando e bevendo, ma del
tortino a me non me ne dettero nemmeno un pezzettino.
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