lunedì 1 luglio 2013

Una vera scemenza



RAPERONZOLO ALLA CORTE DI RE VISSANI

C'era una volta una signora così povera che non aveva mai mangiato astice in vita sua. Perciò, una volta che proprio stava per morire di fame, entrò in una gastronomia e rubò un aspic di astice e cipollotti dolci del Belice in salsa mordoré.
"Ottima scelta!" disse il suo convivente quando rientrò e trovò la tavola lussuosamente apparecchiata. "Che ci beviamo sopra?"
"Aspetta un attimo" rispose lei, scese di corsa alla Boutique del Vino sotto casa e rubò quattro bottiglie di Ferrari brut. Ma questa volta le andò male. Il vinaio l'afferrò per la collottola.
"Cash o carta di credito?"
"Facciamo così" propose la signora "le mando mia figlia, è molto carina e fa ottimi tortini di rape glassate alla crema di acciughe di Favignana e puntine di cerfoglio. Vedrà che successo se le mette a dadini come assaggio nell'angolo degustazione".
Detto fatto, la ragazza fu assunta con regolare contratto, il costo delle bottiglie le venne detratto dallo stipendio in sei mesi, senza Iva né interessi. Sposò il vinaio e insieme misero su un bistrot aperto tutta la notte, che presto divenne la location di un reality gastronomico in cui centotrenta Vip si sfidavano a cuocere i loro piatti sulla fiamma di una candela. E vissero felici e contenti mangiando e bevendo, ma del tortino a me non me ne dettero nemmeno un pezzettino.

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