giovedì 5 maggio 2011

Marino Buzzi, Confessioni di un ragazzo perbene

Michele, trentenne plurilaureato in fuga da una famiglia ottusa e opprimente, campa di lavoretti precari a Bologna. Solo la nipote Cristina, che come tutti i bambini è più intelligente e aperta dei gradi, si dimostra curiosa di lui e della sua vita. È ben inserito nella vivace e festaiola comunità gay dove conta molti amici con cui trascorre serate allegre ma non beve, non indulge in avventure sessuali, non fa uso di droghe, è insomma il bravo ragazzo del titolo. L'unica stranezza, per così dire, che si concede è incantevole: ha una bambina immaginaria, Mara, di cui si occupa amorevolmente, le compra tutite rosa e la imbocca a tavola, gettando nello sconcerto i presenti. Un’eredità improvvisa lo rende comproprietario di una villa insieme ai suoi amici. Incontra ragazzi di cui s’innamora o che si innamorano di lui, subisce grandi delusioni ma tutto si accomoda sempre in quel gruppo di chiacchieroni che si vivono addosso spettegolando e intervenendo, per affetto, nelle reciproche.storie. La simpaticissima Cristina, fuggita da casa per insofferenza, adotta il gruppo e ne viene adottata con grande disponibilità. Anche la famiglia d’origine al momento decisivo si rivela molto migliore delle apparenze e accoglie con benevola naturalezza il coming out di Michele. Alla fine, con un doppio salto mortale narrativo, Michele non ha forse l’amore ma la sua bambina sì, anzi due.

Romanzo discorsivo, ottimista e di facile lettura.

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