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lunedì 22 luglio 2019

Un tè dai Sette Dormienti di Efeso, in memoria di Andrea Camilleri

Per una strana combinazione, il 17 luglio, giorno in cui si è fermato il cuore di Andrea Camilleri, ho realizzato un sogno che coltivavo da qualche anno, cioè tornare a prendere un tè al sito dei Sette Dormienti di Efeso. E mi sono ricordata che proprio a Camilleri devo la scoperta della leggenda dei Sette Dormienti, di cui non sapevo niente prima di leggere “Il cane di terracotta “, uno dei primi libri di Camilleri che ho letto, uscito nel 1996.

È grazie a lui quindi che tornando a Efeso parecchi anni fa sono andata alla ricerca del sito e ho scoperto una meraviglia. Non tanto il sito storico e archeologico, in realtà molto modesto, ma lo straordinario insieme di caffè sotto gli ulivi con i loro divani di tappeto, le donne che fanno i gözleme, un negozio di souvenir abbarbicato a un enorme fico, la penombra calda sotto i teloni che riparano dal sole... un posto che ha subito conquistato una delle prime posizioni nei miei posti del cuore. Un tè ai Sette Dormienti è un sorso di felicità. Un bicchierino di sogni. Io adoro il tè turco sempre e comunque, ma questo è speciale. 
Non posso che ringraziare Andrea Camilleri per questo piacere, oltre naturalmente per le ore piacevoli e divertite trascorse leggendo i suoi libri. E la coincidenza, lo ammetto, un po’ mi ha commossa. 
(Non so come sarà l’aspetto di questo post, mi scuso e cercherò di metterlo a posto quando torno. È stato scritto in circostanze molto precarie)




I Sette Dormienti di Efeso

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