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martedì 21 dicembre 2021

Come parlare di sé per parlare di tutto: Maria Gabriella Tozzi, La tenacia del gatto

Quando ho letto La tenacia del gatto di Maria Gabriella Tozzi, sono rimasta veramente folgorata perché questo è un libro che io non saprei mai scrivere. E' totalmente autobiografico (o autocentrato), autoriferito, pur raccontando pochissimo dell'autrice, e al tempo stesso è un'autobiografia riflessiva, non aneddotica, una specie di originalissimo esercizio di autobiografismo astratto. Ci sono argomenti ricorrenti (i traslochi, l'amica del mezzo chilo di pasta, il padre, i gatti, la cucina) ma non ci viene mai narrato nulla chiaramente, tutto è suggerito per allusioni o trasformato in aforisma. Molte pagine sono pronte per essere citate, e appare particolarmente elegante la scelta di non parlare mai d'amore o di uomini. Forse c'è qualche allusione ma è così discreta che si perde nel discorso. 

Il continuo passaggio dall'io al tu alla terza persona è raffinato e utile a creare un certo distacco, a controllare l'eccesso di protagonismo dell'autrice. L'aspetto più affascinante è il modo in cui gioca con le parole, la sapienza e l'abilità con cui le usa. Basta l'esempio di Ella - Gabriella al posto di io, un colpo di genio. E' come se danzasse sulla punta delle onde mantenendosi sulla cresta senza mai sprofondare nell'acqua. Un esercizio di abilità e sopraffina eleganza e leggerezza, che riesce a non cadere mai nella superficialità. Ma soprattutto c'è una grande ironia, realizzata attraverso un uso ben cosciente e divertito delle frasi fatte e dei luoghi comuni di cui viene spesso praticato il rovesciamento, che rende la lettura varia e spassosa. Molto particolare e sapiente l'uso delle maiuscole. 

Il testo, diviso in brevi capitoli forniti di titoli programmatici e spiritosi, è inframmezzato da fotografie in tema.  


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