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mercoledì 15 giugno 2016

Ancora a proposito di "Gli anni al sole": una lettera di Anna Maria Dalla Torre




Dall'amica scrittrice Anna Maria Dalla Torre ricevo questa bella lettera:



Cara Consolata, ho letto Gli anni al sole d'un fiato e poi l'ho riletto, perché mi è piaciuto molto.
Così (pur non avendo alcuna familiarità con Facebook) sono andata a vederne la presentazione che però non mi ha convinto del tutto. Certo, ciascun testo può assumere poi una molteplicità di significati anche indipendentemente dall'intenzione dell'autore!
Io ho letto e gustato il libro come fosse il sogno del giovane Alain Roland, un sogno dominato dal senso della precarietà dell'esistenza, fin dall'inizio, con quell'emblematica fabbrica degli zolfanelli, destinata all'incendio, sulla Via del Ponte rotto, e con il motivo ricorrente dell'attesa del terremoto, su uno sfondo che presenta i mutamenti della storia. Non mi sarei stupita di trovare alla fine  una riga del tipo: "Alain, finalmente! Hai sognato per sei notti!"
L'ansia di afferrare la vita ("voglio godere, voglio dimenticare la morte, dicevano i nostri corpi con le ultime febbrili energie"), i "brividi di solitudine" e le fantasie, il senso del dovere e i sensi di colpa, l'orgoglio e l'autocommiserazione, il desiderio di amicizia e gli impulsi distruttivi sono momenti in cui ciascuno di noi, uomo o donna, può riconoscersi, e trovo questo studio psicologico  uno dei pregi del libro.
 
La tematica femminista mi pare meno centrale.
Le donne sono viste con l'occhio di Alain e non è detto che lui veda sempre giusto. Io non le giudicherei tutte determinate e consapevoli di quello che vogliono, a parte il fatto che su tutti, uomini e donne, si esercita l'ironica tirannia del destino, da Melissa al "tronfio e sbrigativo" Wordsworth venuto a Chio per licenziare Alain, giusto in tempo per il terremoto.
Vertici della narrazione le pagine dedicate al cataclisma, con il rapporto Alain-Markela, del cap. VI; le pagine intensissime dedicate alla prigione del cap. XI con l'antitesi tra il modo di rappresentarsi e di autoassolversi di ciascuno e la rappresentazione altrui, e quelle dedicate alla creazione artistica, del cap. XV.
 
Dimenticavo la bellissima copertina! L'asino di fronte al mare: ciascuno di noi di fronte al mutevole infinito.
Giudico Gli anni al sole veramente  bello e ricco. Senza dimenticare Mezza anguria, naturalmente!
Ciao. Complimenti!
Anna Maria

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