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lunedì 29 giugno 2015

Letteratura femminile che non si veste di rosa né di nero: Ann B. Ross, Miss Julia dice la sua

Questa signora sorridente è l'autrice Ann B. Ross, ma potrebbe essere con altrettanta verosimiglianza la protagonista del titolo, Miss Julia dice la sua. Per una volta userò un'espressione che di solito mi fa venire la giassina ai denti: letteratura femminile. Ecco, questo è un romanzo tutt'altro che rosa ma non si può negare che sia femminile. Comincia lento e un po' noioso, poi prende l'aire e prosegue a passo allegro, mettendo persino ansia e inquietudine e voglia di menar le mani, cosa che la compunta protagonista non farebbe mai. Si legge con piacere e con il desiderio di andare avanti, non certo di sapere come finisce perché è prevedibilissimo, il che lo rende molto riposante. Non è rosa ma non è neanche noir e neppure giallo, anche se il personaggio di Miss Julia, qui alla sua prima apparizione, ha dato origine a una serie di quattordici volumi in cui immagino si trovi alle prese con misteri da risolvere.

Siamo nel North Carolina a Abbotsville, cittadina piccola e pettegola, in cui Mrs Julia Springer, ultrassessantenne da poco rimasta vedova e senza figli, occupa un posto preminente come ricchissima erede unica del marito con cui è stata sposata per quarantaquattro anni, per la sua attività nella congregazione presbiteriana di cui fa parte, per la sua rete di rapporti, per la vita integerrima e il carattere accomodante. Intono a lei ruotano una cameriera di colore, Lillian, saggia e energica (vi ricorda qualcuno? sì, l'abbiamo incontrata in tutti, e dico tutti, i romanzi ambientati nel Sud degli Stati Uniti), un paio di avvocati, uno, Sam, maschio e anziano e l'altra Binkie, femmina e giovane, un agente di polizia, Bates, suo giovane pensionante, il pastore presbiteriano della parrocchia davanti a casa sua, padre Ledbetter. Tutti si preoccupano per lei e chi più chi meno si danno da fare per il suo bene.

In quest'atmosfera di idillio provinciale in cui manca l'aria e conformismo, bigottismo, classismo e ipocrisia permeano tutti i rapporti, davanti alla porta di Miss Julia scoppia una bomba: una ragazza di estrazione chiaramente proletaria suona il campanello e senza dare spiegazioni le molla un bambino dicendo che è il figlio che ha avuto dal defunto Wesley Lloyd Springer, marito di Miss Julia, e passerà a riprenderlo appena avrà finito un corso di manicure con cui intende guadagnarsi la vita visto che il ricco amante non le ha lasciato nulla. Da qui si sviluppa l'azione in cui  intervengono anche alcuni loschi figuri, ma soprattutto Miss Julia prende progressivamente coscienza di avere sempre vissuto, come si dice volgarmente, con le fette di prosciutto sugli occhi, e stupisce tutti comportandosi al contrario delle aspettative altrui. Insomma, si può dire che in fondo sia il romanzo di una stagionatissima formazione. E magari la protagonista non è molto credibile ma si fa amare, e certe figure di ipocriti pericolosi e certe situazioni di accerchiamento psicologico fanno davvero venire i brividi, e anche se alla fine tutto va fin troppo a posto e niente soprende, il ritratto velenoso di una città di provincia lascia il segno.

Lettura consigliata a chi vuole rilassarsi, rifugiarsi in un mondo abbastanza consolatorio, divertirsi con una scrittura frizzante e astuta, rinfrescarsi dall'afa e andare a dormire senza residui problematici in testa. E con la sicurezza che altre numerose avventure con Miss Julia sono a portata di mano.
Traduzione vivace di Valentina Ricci.         

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