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sabato 2 novembre 2013

Che cosa c'è di più bello che mettersi comodi davanti al fuoco e raccontarsi storie paurose? Maria Tarditi, Storie di masche

Oggi do un consiglio di lettura che non è valido per tutti. Diciamo che è assolutamente inadatto a chi pensa che tutto quanto non è McCarthy, Lansdale, Roth, Franzen, D.F.Wallace, ecc ecc, non vale la pena di essere letto. Bisogna anche non vergognarsi di avere delle radici, e un'identità abbastanza forte da non averne paura. Cioè, detto in soldoni, non bisogna avere paura di passare per leghisti se si legge un libro che parla del passato contadino nelle Langhe più per il piacere del ricordo, della rievocazione, che per fare letteratura alla Fenoglio o documentare la sparizione di un mondo alla Nuto Revelli. E, piccolo inciso, approfitto dell'occasione per consigliare a gran voce quel libro meraviglioso e indimenticabile che è Il mondo dei vinti. Di Maria Tarditi so solo che è nata nel 1928 a Monesiglio nell'Alta Langa, ha sempre fatto la maestra elementare a Pievetta, vicino a Garessio, e ha cominciato a scrivere a settant'anni. Ha pubblicato una valanga di libri, tutti legati al suo ambiente di nascita e ai ricordi che ne ha conservato. Nel suo piccolo ha avuto un grande successo tanto che a un certo punto ha fatto il salto dall'editoria locale per essere pubblicata da Baldini e Castoldi. Io ho appena letto Storie di masche, e posso assicurare che dà assuefazione tanto che adesso sto leggendo La venturina. Sono sensibile all'argomento "masche" di cui ho scritto anch'io, con tutt'altra angolazione, che sono poi le streghe contadine del Piemonte, mezze guaritrici mezze povere disgraziate, le cui modeste stregonerie consistono per lo più nella trasformazione in animali minacciosi. Questo Storie di masche, però, ha qualcosa di miracoloso. Come dice il titolo è una raccolta di storie che riguardano sia le masche che le anime del Purgatorio (altri tipetti particolari che infestavano le campagne), qualcuna più originale qualcuna meno, e di ognuna l'autrice descrive il narratore e le circostanze della narrazione, ricreando così un'intera comunità, le usanze, i cibi, le attività, i colori, gli odori, le stagioni... E' un libro abbastanza corposo, sulle duecentocinquanta pagine, ma sarei andata avanti ancora per molto senza stancarmi. I grandi pregi di Maria Tarditi sono la sua umanità, la calda accettazione di quel mondo, l'occhio acutissimo per i particolari, la capacità di fotografare un personaggio in poche righe, la penetrazione psicologica sempre "agita" e mai "raccontata", la prosa vivace, semplice, mai stucchevole, precisissima nel lessico e di grande efficacia. Certo Maria Tarditi è una narratrice compiaciuta, le piace quello che racconta e lo racconta dal di dentro, senza mai prendere le distanze da quel mondo. Si può discordare da quest'approccio così acritico, si può desiderare un po' meno equanimità, un po' più di critica. Certo, è molto conservatrice, e in qualche momento questo può dare fastidio o far venire voglia di passare a letture più corpose e inquietanti. Ma è meglio sorvolare, e lasciarsi andare all'incanto di queste storie di un mondo sparito per sempre. Immaginare di essere vicino al camino acceso, con una voce dall'accento dialettale che accumula spavento su spavento, col profumo delle castagne brusatà e del vin brulè, mentre fuori il vento fa sbattere le imposte, senza vergognarsi, per una volta, di trovarsi in una situazione così poco cool.
Due parole anche sull'Araba Fenice, la casa editrice che ha pubblicato Maria Tarditi dai suoi esordi. Chiunque abbia mai messo piede in un mercato, una festa di piazza, un Salone del Libro o qualsiasi manifestazione di qualsiasi genere a Torino e generalmente in Piemonte, ha di certo visto un banchetto di questi meritevolissimi editori di Cuneo. Nata nel 1991, l'Araba Fenice si è coperta di meriti anche solo ripubblicando I Sansossì di Augusto Monti e Il regalo del mandrogno di Ettore e Pierluigi Erizzo (se vi imbattete in questo romanzo non ve lo fate scappare! e mi sarete riconoscenti del consiglio). Ma tutto il suo catalogo è molto interessante. Pubblica Laura Trossarelli che ho più volte recensita su questo blog, e altri autori che vale la pena scoprire, oltre a libri sulla flora, la fauna, l'architettura del Piemonte. Io non resisto mai a quei banchetti, e libri dell'Araba Fenice ne ho a pacchi. In ogni caso il suo metodo di vendita capillare, la presenza assidua, il fatto che i venditori siano sempre cortesi e molto convincenti, ne fa secondo me una realtà del tutto particolare, cui auguro successo e lunga vita.          

4 commenti:

  1. Ti ringrazio per queste informazioni.
    Stavo cercando dati sulle Masche per un futuro post dedicato al Folklore regionale piemontese e ogni notizia, anche quelle sui testi sia a tema saggistico sia di narrativa dedicati all'argomento.

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  2. Ho citato il tuo articolo qui, spero che ti faccia piacere:
    http://wwwwelcometonocturnia.blogspot.it/2013/11/quali-sono-i-vostri-post-di-halloween.html#more

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  3. Certo che mi fa piacere, grazie mille!

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