Sinceramente non so come sia finito nel mio kindle il noir Tre cadaveri di Raffaele Malavasi. Un'offerta imperdibile probabilmente, perché non ho particolare interesse per gialli e noir e è molto strano che ne abbia comprato uno di un autore che non avevo mai sentito nominare. Comunque. Ero in viaggio, mi è tornato a fagiolo come lettura poco impegnativa tra un traghetto e un cambio di albergo. Be', una volta ogni tanto ci sta.
La storia è ambientata a Genova, e seguiamo i passi dell’ispettore capo Manzi, di Goffredo Spada, ex poliziotto dal passato doloroso e dal presente complesso, e della giornalista del Secolo XIX Orietta Costa su e giù per carrugi e strade collinari, in una topografia precisa come si usa appunto nei thriller. I delitti su cui i tre indagano sono raccapriccianti e soprattutto circondati da una messinscena complicatissima che li mette immediatamente al centro dell'attenzione cittadina e fa ipotizzare fin dal primo che l'autore sia un serial killer (io non me ne intendo, ma pare che sia la regola).
I morti come dice già il titolo sono tre, la storia è debitamente intricata e ha radici in un passato lontano e sorprendente, i personaggi sono simpatici e ben delineati. Di Spada, il più intrigante, si può immaginare che abbia un futuro nei prossimi libri di Malavasi. Ci sono dei buchi narrativi, di cui uno delle dimensioni della Fossa delle Marianne (non abbiate paura, non faccio spoiler, ma dico una sola parola: serpenti), di un personaggio importante si intuisce l'evoluzione circa a un terzo della vicenda, la verosimiglianza non passa da queste parti neppure per caso, ecc. Però io me lo sono sciroppato con gran piacere, senza mai irritarmi per le insensatezze, contenta di seguire i risvolti privati dei personaggi, i rapporti tra di loro e con i colleghi, le indagini sulle vittime, interessata e divertita. Per cui ne consiglio vivamente la lettura a chi ama il genere, tenendo presente che se ha un carattere preciso e l'abitudine a usare la logica anche quando legge, non potrà non notare le incongruenze, come ho detto.
Ma Tre cadaveri mi ha fatto capire perché così tanti lettori adorano i gialli, e leggono solo quello. Non un pensiero ha sfiorato il mio cervello in vacanza leggendolo. Mi sono svagata, mi sono riposata, ho passato del tempo con facilità, e questo è merito della scrittura agile, veloce, serena di Raffaele Malavasi, che anche descrivendo trucidissime scene del crimine riesce a non far rabbrividire, sa alternare commedia e tragedia, privato e pubblico, sentimenti e orrori. Insomma sa scrivere con leggerezza: e mi conferma nella mia profonda convinzione che l'argomento non conta se non per la scelta personale di chi legge, ma quello che contraddistingue un libro mediocre da uno che funziona è la scrittura. La scrittura è tutto. E c’è un vezzo stilistico grazioso che si ripete, e le prime volte può apparire una sciatteria, poi invece, una volta individuato, piace e diverte. Ma non vi dico che cos’è, così aggiungo un enigma lieve agli enigmi truculenti.
Purtroppo in rete ho trovato pochissime notizie su Raffaele Malavasi (Tre cadaveri è il suo esordio), ma tenetelo d'occhio e leggetelo. Io non garantisco che lo farò, ma mi sento di garantire che non vi pentirete.
Curioso e interessante,anche perché ho una passione mai spenta per Genova, città che conosco poco e male ma che ha un fascino indescrivibile. Normalmente non leggo gialli, come sai, se non di pochi autori ben precisi (Qiu Xialong, Rex Stout e pochissimi altri) ma in questo caso cercherò di ricordarmi il nome dello scrittore. Grazie!
RispondiEliminaNeanche a me i gialli interessano granché, ma come dice l’Ecclesiaste, c’è un momento anche per delitti e misteri... Forse “Tre cadaveri” mi ha preso bene perché l’ho letto alla fine di un viaggio, su pigri e lussuosi traghetti, davanti al mare inquieto, e in altre circostanze sarebbe andata diversamente. Quello che è certo è che è scritto bene, e dici poco. Ciao.
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