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giovedì 10 marzo 2016

Un raccontino corto corto (e che Massimo Bontempelli mi perdoni)



TUTTI AL BAR DI EVARISTO
 “Ah,” disse Mario guardando cupamente nel bicchiere di Fernet, “ho un corpo proprio letterale, incapace di riconoscere una metafora quando la incontra: non c'è niente da fare, prendo tutto alla lettera, sono troppo serio, me lo diceva sempre mia mamma buonanima. E vi assicuro che il cuore che mi sanguina o si mette a piangere attraverso il petto, o trovarmi ogni sorta di oggetti sulla punta della lingua quando cerco una parola, tutto mi stanca. Ieri mi sono caduti gli occhi su una macchia del pavimento, e quando mi sono chinato a raccattarli e a rinfilarmeli nelle orbite, ho visto un topolino nascosto sotto il divano. I topi in casa mi fanno senso, mi è subito venuta la pelle d'oca. Gialla, grassa, spessa, irta di peluzzi e piumette, sporgeva dai polsi e dallo scollo della camicia. Ho acceso la televisione, c'era un programma di quelli dove ognuno mette in piazza disgrazie tremende. Un paio di volte mi sono sciolto in lacrime, e non è stato facile ricompormi. Alla fine sono andato a letto, ma dal gran piangere avevo la testa in fiamme e ho dovuto perdere più di mezz'ora per spegnere l'incendio del cuscino e pulire il pasticcio che avevo combinato. Finalmente mi sono addormentato e ho dormito un sonno di piombo. La mattina dopo avevo tutte le ossa rotte, un sapore schifoso in bocca e un principio di avvelenamento. Strisciando sul pavimento, mi sono trascinato fino in cucina per bere un po' di latte come antidoto. Quando son riuscito a tenermi dritto sui femori rinsaldati e riprendere il controllo di falangine e falangette, il topolino mi è schizzato tra i piedi e mi è venuto il cuore in gola. Mi sono infilato due dita nella strozza per rimetterlo al suo posto, con il risultato che mi è venuto immediatamente da vomitare. Chino sul water, scosso dai conati, avevo un solo pensiero in testa: non devo vomitare anche l’anima!”

Omaggio a Massimo Bontempelli, il cui racconto Il buon vento letto moltissimi anni fa mi ha lasciato un ricordo indelebile, e mi ha fatto riflettere su metafore e frasi fatte.

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