Questo libro di Chiara Negrini, che oltre a scrivere è un'illustratrice bravissima, con la partecipazione di Massimo Soumaré, non solo fa bene, fa benissimo. Perfetto per cacciare le malinconie delle giornate che si accorciano, del momento in cui si è obbligati a mettersi le calze e aggiungere una coperta al letto. Un libro che fa ridere forte e che fa sorridere dentro perché è spiritoso, divertente, intelligente e amichevole.
E' anche molto originale: cinque racconti in doppia versione, dialettale e italiana. Il dialetto è viadanese e piacentino "arioso" (confesso che non so che cosa significhi), e anche la traduzione italiana è assai saporita. Ecco l'incipit, in traduzione: Viadana è un paese della Bassa mantovana che è tutto un programma. Appena arrivi, ci trovi due cartelli. Uno che dice: "Viadana, la città del melone". E lì, lo straniero attacca a domandarsi di già se i viadanesi non abbiano nulla di meglio di cui andare orgogliosi. L'altro è ancora meglio: "Modera la velocità, in questo Comune non abbiamo cittadini in più". E anche qua, si dovrebbe avere già capito che gente siano i viadanesi. A Viadana, e in particolare nella frazione di Sabbioni, ne succedono di tutti i colori. Arrivano due americani con un cane giallo che azzanna le chiappe di Pedar, che aveva una bella pancia di sessant'anni; faceva l'agricoltore nella sua melonaia, nelle basse della Bocca Bassa, e faceva anche qualche lavoretto col fratello, Gino, il muratore. Si alzava alle cinque della mattina e andava a letto alle nove, con le galline. E di qui comincia il finimondo: vampiri, extraterrestri, maghe globalizzate, vini che parlano, tutto si concentra a Sabbioni i cui abitanti, spicci e maneschi, non hanno tempo né voglia di tenere dietro ai fenomeni paranormali. Conoscono una tecnologia avanzatissima - il Badile - e posseggono un'arma letale - il Piccone - oltre a saper usare con gran perizia e velocità le proprie mani pesanti, il buon senso e una sana incredulità di fronte a qualsiasi stranezza forestiera.
I racconti sono intitolati Pedar, il Vampiro della Bassa, Il mistero della Bonifica (scritto a quattro mani con Massimo Soumaré), L'invasione dei Lusertoni, Il Lambrusco Vibrazionale, Sottosera. I personaggi, oltre al Pedar protagonista assoluto, sono la Maura, il Gino, la Maria Carolina, la Curnacia, Karla l'elegantissima e sbaccalita maga globalizzata (ma torinese) uscita dalla penna di Massimo Soumaré, lo Sgagnatore seriale, lo Sgagnamaradi, i Lucertoloni, il gobbo mannaro, il formentone, la Madonnina dei Correggioli, i catenari, il mercantino, il lambrusco... potrei continuare fino a domani. E' un piccolo mondo il cui nume tutelare è Giovannino Guareschi, ricostruito con amore e molto, molto spirito. Chiara Negrini ha un occhio affettuoso ma acutissimo e la sicurezza dell'artista nel comporre il quadro.
Si trova qui sia in cartaceo che in digitale. Leggetelo e mi sarete riconoscenti del consiglio.
Definirlo "geniale" è poco. Per me è stata una delle poche fonti di sane risate in quest'annata veramente avara di sole e di buon umore.
RispondiEliminaNaturalmente il mio personaggio preferito è Karla, per la quale provo un'insana fascinazione. Ma anche gli sfortunati Lucertoloni non sono affatto male - se i protagonisti fossero scozzesi anziché della bassa piacentina la loro storia ricorderebbe i racconti demenziali di Harry Purvis in "All'insegna del Cervo Bianco" del grande Sir Arthur C.
Io ho un debole per il gobbo mannaro, e in seconda istanza per lo Sgagnatore Seriale. Ma dovessi bere un piculàin in compagnia, sceglierei certamente la Curnacia. C'è tanto da imparare da quella lì.
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