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lunedì 5 marzo 2012

R. Raj Rao, Autobiografia di un indiano ignoto


Confesso di avere comprato questa antologia di racconti (la cui prima edizione risale al 1995) per pura curiosità, perché la scarna quarta di copertina mi comunica che R. Raj Rao oltre a essere nato a Bombay e insegnare anglistica all’università di Pune, è uno tra i maggiori attivisti per i diritti civili degli omosessuali in India. La curiosità nasce dal fatto che la società indiana è estremamente prude, la rappresentazione di scene sessuali (tranne che nelle sculture sacre dei templi, come a Khajuraho o Konarak) accuratamente bandita, persino lo scambio di affettuosità moderate è considerato sconveniente. Volevo quindi vedere in che modo uno scrittore riuscisse a coniugare letteratura e militanza gay. In realtà questi racconti sono molto liberi, sia perché non si ammantano di metafore né di eufemismi quando vogliono parlare di sesso, sia perché trattano temi molto disparati in cui non si sente mai la minima forzatura “militante”. Insomma, sono racconti molto letterari e poco attivisti. La cosa che mi ha colpito di più è l’assenza di qualsiasi manierismo, niente negozi di sari né mercanti di spezie, niente bungalow coloniali né scimmie, solo lo spaccato di una società dinamica e conservatrice, molto ben rappresentata. Si sente che l’autore è professore d’anglistica, che frequenta e ammira la letteratura americana, e in qualche caso questa letterarietà appesantisce un po’ i testi con una ricerca stilistica personale ma forse ormai decontestualizzata. Frequenti gli accenni a altri scrittori indiani, strizzatine d’occhio accademiche, persino l’autoironia di citare Raja Rao tra gli scrittori di cui non si riesce a spiegare l’immeritato successo. L’assassinio di Salman Rushdie gioca sul grottesco di un sosia perfetto dello scrittore (sempre chiamato Dio), Intervista a Nihal Singh, noto romanziere è una divertentissima (e umana) presa in giro della spocchia e delle illusioni di uno scrittore che non ha raggiunto la fama, Qualche giorno a Trinidad mette in scena la frustrazione di un visiting professor che non riesce a trovare niente da fare nell’università che l’ha invitato, Moonlight Tandoori è la storia di un corteggiamento difficile ma non del tutto inutile, Ossessionata, ossessionante è una riflessione insieme inquietante e spassosa sull’identità sessuale e di genere. Molto più tosti “Vorrei che fosse un incubo”, sulle violenze della polizia e A morte il musulmano! , lucida e disincantata riflessione sui rapporti tra musulmani e induisti ambientata durante i disordini del 1993 a Bombay. Nell’insieme è una lettura gradevole e molto più interessante di tanti epigoni di Salman Rushdie che arrivano già belli e pronti per il mercato occidentale. Scritti in inglese e pubblicati su varie riviste, non tutti i racconti hanno avuto la stessa fortuna con la traduzione, ma nel complesso il testo è molto curato e la fotografia in copertina bellissima. Leggerò Boyfriend, il romanzo che ha dato la notorietà a R. Raj Rao, e ne darò notizia su queste pagine.

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