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sabato 5 giugno 2010

BAD VISIONS, di Danilo Arona

Mai lavorato tanto come in questo periodo dal tempo della maturità. Intesa come esame, non come stato. Comunque, non sono riuscita a scrivere una riga da più di un mese, più di cinque settimane per l'esattezza, mentre avrei voluto scrivere diffusamente del libro di Danilo Arona Bad Visions, che mi ha divertita moltissimo, ma ci riesco solo oggi e per di più in breve. Uso un verbo, divertire, che può sembrare strano riferito a un romanzo (anzi due, La stazione del Dio del Suono e Blue Siren, riuniti nel volume suddetto) horror che si propone di suscitare brividi, non risate. E infatti ho provato molti brividi e non ho riso affatto. Ma mi sono divertita perchè il mio cervello, oltre che la mia pelle e la mia schiena e ogni altro angolo dove si possono provare brividi, è stato ampiamente stimolato, incuriosito, messo alla prova ecc ecc.
Questo perché Danilo Arona toglie da sotto i piedi le sicurezze più salde: spazio e tempo. Che l'identità sia menzognera e incerta ce lo aspettiamo ormai anche dai libri per bambini, quelli di plastica da mettere nel bagnetto. Ma che il tempo trascolori continuamente da ieri a oggi a domani nello stesso istante, e che qui sia anche là ma pure altrove, non è usuale né facile da realizzare in una pagina scritta. Danilo Arona ci riesce eccome, e con la massima naturalezza. Per cui le sue storie di orrore, con ambientazioni che spaziano tra l'Appennino ligure, Ibiza, Barcellona e l'ieri, l'oggi e il domani (La stazione del Dio del Suono), il Kent del Giro di vite di Henry James e le discoteche dove ci si cala qualsiasi cosa (Blue Siren), fanno paura, tolgono il terreno da sotto i piedi, danno la stessa agghiacciante sensazione di instabilità di una scossa di terremoto e nello stesso tempo lasciano il lettore più che soddisfatto.
Consigliato a chi sa godere anche con il cervello.

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