malissimo, e inoltre non ho trovato niente di particolarmente stimolante. Ora mi sento di consigliare una lettura molto adatta alla stagione, Un amore a Hydra di Tamar Hodes, edizioni Scritturapura. Vi si raccontano gli amori famosi tra Leonard Cohen e Marianne Ihlen. L'autrice ne fu testimone diretta da bambina perché visse a Hydra con i genitori per qualche anno, fino al 1967 quando in Grecia salì al potere la giunta dei colonnelli che costrinse la comunità di stranieri insediatisi nell'isola a sloggiare. E sotto il nome fittizio di Frieda e Jack Silver i suoi genitori sono anche personaggi del romanzo, e Tamar stessa compare qua e là.
La vicenda è lieve e i personaggi numerosi, per la maggior parte i componenti della comunità di artisti che si installò nell'isola negli anni '60 del secolo scorso, tutti molto alternativi, parecchi sballati, forniti di coniugi e figli ma dediti a intrecci amorosi complessi e variabili. Erano soprattutto scrittori (anche Leonard Cohen all'epoca si considerava scrittore, la musica non era ancora diventata centrale) e pittori. Ci sono anche i greci, ma solo cameriere, tate, barcaioli e affittuari, mentre curiosamente non si fa mai cenno ai ricchi ateniesi che hanno da sempre frequentato l'isola, che trovandosi nel golfo Saronico è piuttosto vicina a Atene. Solo Onassis fa una veloce comparsata. Tutto sommato quello che non risalta particolarmente sono proprio i motivi per cui gli artisti si trovano lì, voglio dire che mancano del tutto l'air du temps, gli ideali che accomunavano personaggi così diversi. Un amore a Hydra parla appunto d'amore, di intrecci sessuali, di individui interessanti, e lo fa con un tono leggero e una prosa molto leggibile che ne fanno un gradevole compagno di vacanza.
Leggendo un'intervista all'autrice ho capito una cosa che mi aveva incuriosita nella lettura. La topografia è molto precisa, luoghi e strade sono chiamati con il loro nome, ma Idra non esiste visivamente, tanto che il lettore che non conosce i luoghi potrebbe farsene un'idea come di una classica isola delle Cicladi, bianca e azzurra e rocciosa, mentre Idra è molto verde, le case hanno i tetti di tegole rosse. Tamar Hodes ha saggiamente deciso di non tornare nel luoghi che ha abbandonato bambina nel 1967 per non sovrapporre le immagini facendosi influenzare dai cambiamenti intervenuti nel frattempo. Come la capisco. Certo il turismo per la Grecia è stato fondamentale, ha ridato vita a luoghi spopolati dalla povertà e dall'emigrazione, ma ha anche polverizzato una civiltà piena di grazia e carattere. Ma questo è un argomento che mi fa sanguinare il cuore e non c'entra con il romanzo, gradevolissimo e appena appena venato di nostalgia.
Esattamente il giorno prima che scoppiasse il lockdown, sono riuscita a vedere al cinema Marianne e Leonard - Parole d'amore, il documentario di Nick Bromfield uscito esclusivamente il 3 e 4 marzo 2020 (per trovarlo aprite il link). Parla molto della lettera che Leonard Cohen indirizzò a Marianne ormai morente, ma anche degli altri suoi amori e soprattutto della sua carriera. Io ci tenevo a vederlo pur temendone gli effetti emotivi (la musica di Leonard Cohen mi tocca in maniera incontrollabile), ma invece è scarso di musica tanto quanto è ricco di informazioni. Molto raccomandabile se siete fans.