lunedì 26 agosto 2019

Il fascino del Giappone in un romanzo ricco e gentile: Aki Shimazaki, Nel cuore di Yamato

Se siete appassionati di Giappone (ma anche se siete semplicemente amanti delle letture belle e serene) non perdetevi il romanzo della scrittriece nippo-canadese Aki Shimazaki, Nel cuore di Yamato (uno dei nomi del Giappone), tradotto dal francese da Cinzia Poli. Vi si intrecciano le storie di cinque personaggi, tre uomini e due donne, le cui vite si toccano in un momento o nell'altro senza necessariamente svolgersi in parallelo, e narrano di sé in prima persona dando ogni volta un diverso significato agli avvenimenti.

Gli argomenti trattati sono molti ma su tutti emerge l'identità giapponese, legata alla storia del novecento e alla seconda guerra mondiale tanto quanto alla religione del lavoro, alla dedizione alla propria azienda che fa del shōsha-man, il dipendente che vi si identifica, insieme una vittima e un eroe. C'è chi riesce a uscire da questa logica inventandosi una nuova vita e chi soccombe, rinunciando anche alle proprie aspirazioni personali e agli affetti.

Alle donne compete la parte più intima del racconto, dove i valori dell'amore e della dedizione coniugale si intrecciano con l'amore per i familiari e il ricordo affettuoso e rispettoso degli avi. Sono donne coscienti e forti, che non vedono la propria realizzazione al di fuori della casa, nel lavoro, come gli uomini, ma sono pienamente capaci di uscire nel mondo e svolgervi qualsiasi attività quando ce n'è bisogno. Accettano le tradizioni non obtorto collo perché non se ne può fare a meno, ma riconoscendone il valore e il significato.

Le diverse parti del libro hanno il nome di un fiore o di una pianta (mitsuba o trifoglio, tsukushi o strobilo di equiseto, yamabuki o rosa del Giappone), di un frutto (zakuro, il melograno) e di un insetto (tonbo, la libellula, che è anche uno dei nomi del Giappone), che interesseranno, in un modo o nell’altro, la storia dei cinque protagonisti e rappresentano l'amore per la natura così profondamente legato alla cultura giapponese. Quello che mi è piaciuto soprattutto leggendo Nel cuore di Yamato è la gentilezza, la delicatezza con cui sono narrate le vicende talvolta dolorose o ingiuste dei personaggi, la serenità sostanziale che ne esala, la positività dei personaggi che (tutt'altro che stucchevoli, non fraintendetemi) sono giusti e corretti, e rincontrarli nei tortuosi percorsi della vita, nelle varie sezioni del romanzo fa sempre piacere, come ritrovarsi con vecchi amici di cui non si ha notizia da qualche tempo e si è ansiosi di aggiornarsi.

Un romanzo scritto in maniera piana, direi quasi sommessa, che rende la lettura davvero gradevole, prende senza stancare e fa di Nel cuore di Yamato un libro gentile anche quando affronta temi importanti o dolorosi, che consiglio senza dubbi a chi non ha bisogno del solito morto squartato ogni dieci pagine per andare avanti.   

 

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