venerdì 30 gennaio 2015

Un film per capire che cosa è la bellezza: "Turner" di Mike Leigh

Non mi piacciono i biopic e non sono un'appassionata di William Turner (Londra 1775-Chelsea1851) ma il film di Mike Leigh intitolato, appunto, Turner, mi ha veramente stregato. Un'altra cosa che detesto sono i film troppo lunghi e questo dura 150 minuti ma sono 150 minuti meravigliosi. Vi si narrano gli ultimi venticinque anni di vita del famoso pittore di cui sopra, anni sostanzialmente privi di fatti notevoli, accumulando piccoli episodi, personaggi, incontri, momenti, e costruendo un personaggio di grande spessore e complessità con pochissime parole e nessun compiacimento o contorsione psicologica (benedetto sia lo sceneggiatore) ma parecchi magistrali grugniti di quel mostro di bravura che è Thimoty Spall, malgrado il protagonista non abbia niente di accattivante né nel fisico né nel carattere. Anche gli altri attori sono fantastici come solo gli attori inglesi sanno essere, per esempio Marion Bayley, ma tutti meriterebbero di essere citati per cui andate a vedere il cast di Turner. Ma soprattutto si susseguono scene, inquadrature, scorci, facce, quadri di una bellezza struggente che sorprende, riempie di nostalgia e desiderio, porta via. E' l'occhio dell'artista che vede la bellezza dappertutto e ci permette di condividerla. E man mano che il tempo passa e il protagonista invecchia anche le immagini perdono un po' di splendore e gli interni prevalgono sugli esterni splendenti. Ma bello Turner rimane dall'inizio alla fine e mi butto via, dico una cosa che non c'entra niente ma per me è il massimo complimento che riesco a fare: quando sono uscita ero così commossa che mi è venuto in mente Il museo dell'innocenza di Orhan Pamuk.

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