martedì 9 dicembre 2014

Quello a cui tengo di più, e ve lo affido tremando! Gli anni al sole, l'autore sono me.

E questo arriva per ultimo perché ci tengo tanto, troppo, e ho fatto una fatica immane a staccarmene. Ma viene il momento che anche i figli più cari devono andarsene per la loro strada, no? Spero di avere fatto il possibile per lui, di avergli dato tutto quello che gli serve per essere amato anche dagli altri...
Ecco, per esempio posso garantire che in Gli anni al sole non ci sono metafore melense e banali come questa, di cui ho fatto uso solo per superare il momento difficile. Si svolge in uno dei posti che amo di più, l'isola greca di Chios, nella seconda metà dell'Ottocento, un po' a Londra e un po' nella Francia del nord. Termine ante quem, il 1881. Racconta di Alain, della sua fatica per essere all'altezza delle aspettative delle donne, dei guai tremendi in cui lo cacciano tutte quante, sorelle amiche e amanti, di lettere rubate (sì!), di agnizioni, delitti e tradimenti, canzoni e mastìcha. Eccetera eccetera. Non sono brava a fare riassunti. Un po' è un romanzo di formazione che parla della difficoltà di crescere e districare i sentimenti, della responsabilità, della necessità di capire il prossimo e l'amore, e un po' è un feuilleton dove ne succedono di belle e di brutte seguendo tutte le convenzioni del genere. Comunque è un romanzo unitario: niente divagazioni, inserti di racconti, false piste. Questo lo dico per rassicurare chi ha già letto qualcosa di mio e probabilmente non ha nessuna intenzione di ripetere l'esperienza: provateci, lo giuro croce in bocca, è proprio un romanzo tradizionale. Lo trovate qui, insieme a tutti gli altri. 


Tutte queste donne. Maledetta Eva e la sua mela, e benedetto il loro dolce seno, le labbra morbide, i fianchi frementi, il resto che non nomino. Tutto quello che vorrei conoscere di Saskia e ancora mi è ignoto. Sono sul ciglio, forse precipiterò, forse rimarrò per sempre in bilico, dondolando a piedi fermi davanti al baratro del rischio senza rete che uomini e donne, per una volta d’accordo, chiamano amore. 


 

4 commenti:

Claudia ha detto...

Un libro bellissimo. Ho avuto la fortuna di leggerlo in anteprima. Lo consiglierò cercando di usare tutta la mia influenza. Anzi adesso me lo rileggo. È passato del tempo e non vorrei dire sciocchezze. Ricordo bene quello che ho pensato alla fine: vorrei averlo scritto io.

consolata ha detto...

Grazie Claudia! <3

Massimo Citi ha detto...

Ma ti lasciano girare così, libera? Ma non sai che non appena vedo qualcosa di tuo che non ho letto lo acquisto subito? E quando mai troverò il tempo per leggerlo? Dovrebbero impedirti di gestire un blog, dovrebbero impedirti...

consolata ha detto...

Ciao Max! Ciai ragione, ciai. Non a comprare tutto quello che metto in giro, ;-) ma a lamentarti, due romanzi a distanza di un mese è troppo, ma se non mi decidevo a afferrare il momento e staccarmene questo rischiava di uscire postumo. Chissà perché mi ha preso così tanto. Non ti preoccupare di leggerlo, mi basta già che l'hai comprato! :-)