mercoledì 12 novembre 2014

Un legal thriller e un giallo scandinavo: Ferdinand von Schirach, Tabù e Henning Mankell, Assassino senza volto

Di Ferdinand von Schirach mi sono invaghita, si fa per dire, leggendo Un colpo di vento cui sono seguiti Il caso Collini e I colpevoli, per cui appena ho visto che era uscito un suo nuovo libro, questo Tabù appunto, mi sono affrettata a scaricarlo (a ben 9,99 €) e l'ho letto. Con qualche fatica devo dire, perché mi ha un po' sconcertata. Nella prima parte, piuttosto lunga e non appassionante, è narrata con oggettività e distacco e una grande economia di parole l'infanzia di Sebastian von Eschburg in una famiglia piuttosto disfunzionale, segnata da un'esperienza tragica e un rapporto molto carente con la madre. Dopo un'adolescenza solitaria in collegio, Ferdinand si dedica alla fotografia e ben presto diventa un artista molto noto, e organizza performance in cui usa la fotografia per cercare la verità. Nella seconda parte, assai più leggibile, entra in campo l'avvocato Konrad Biegler (fantastica la parte iniziale in cui è descritta la sua vita in un albergo sulle Alpi, a metà tra la clinica e il convento, dove trascorre la convalescenza dopo un attacco di cuore). Non voglio rovinarvi la sorpresa, anche se in rete ho letto recensioni che raccontano tutto per filo e per segno, ma il succo è che Biegler viene chiamato a assumere una difesa che sembra assolutamente impossibile, ci sono prove molto gravi e persino la confessione dell'imputato. Biegler è un avvocato molto in gamba, accetta il caso e trova il bandolo necessario, ma alla fine c'è un ribaltamento totale che risulta, secondo me, piuttosto fumoso e intellettualistico. Si parla di verità, bellezza, giustizia e inganno, ma forse forse Ferdinand von Schirach sopravvaluta un po' i lettori, me di sicuro, e alcuni particolari non si chiariscono affatto. Se non conoscete l'autore non cominciate da questo libro, passate prima da quelli di cui sopra. Traduzione di Irene Abigail Piccinini.
Per gli appassionati del genere segnalo anche Assassino senza volto: La prima inchiesta del commissario Wallander, di Henning Mankell, traduzione di Giorgio Puleo. L'ho scaricato anche se il primo che ho letto, Muro di fuoco, non mi era piaciuto affatto, per l'unica ragione che l'ho trovato gratis su Amazon. In realtà questo mi è parso molto meglio, anche se lungaggine e ripetitività ci sono anche qui, l'argomento è meno campato in aria, anzi i problemi legati all'immigrazione e alle richieste d'asilo in Svezia sono interessanti e incuriosiscono. Certo il romanzo è del 1991 quindi rispecchia una situazione probabilmente molto diversa da quella di oggi. Comunque, mi sento di consigliarlo. La vicenda segue due linee intrecciate (un doppio omicidio raccappricciante in campagna e l'insorgere di violenze razziste contro i centri d'accoglienza per i rifugiati) oltre all'inevitabile vita privata, complicata e frustrante, del protagonista. Ma qui almeno alla fine quasi tutti i conti tornano. 


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