mercoledì 8 ottobre 2014

Se questa è letteratura erotica, preferisco Erica Jong: Salwa Al-Naimi, La prova del miele

Avevo voglia di leggere qualcosa di forte, qualche bella storia spinta magari ambientata in un luogo nuovo e interessante, lontana dai vezzi delle scuole di scrittura americana, una storia necessaria, coraggiosa. Vedo La prova del miele, romanzo erotico di Salwa Al-Naimi, una donna siriana che pur vivendo a Parigi l'ha scritto in arabo, e me lo scarico felicissima. Be', non è niente di quello che mi aspettavo, e questo ha sicuramente influito sulla mia delusione; ma malgrado normalmente eviti di parlare male dei libri che non mi sono piaciuti, qui voglio spendere due parole perché ho trovato delle recensioni in rete che mi hanno fatto dubitare di avere letto lo stesso libro. Che per inciso non è un romanzo ma una serie di divagazioni disossate divise in capitoli dai titoli appetitosi quanto ingannevoli. Recensioni che sono pensose riflessioni sul niente: perché questo è La prova del miele, un bel vuoto rivestito di parole. Il libro più inutile, vuoto, inconcludente che si possa immaginare, un chiacchiericcio compiaciuto di una narcisa che non ha molto da dire ma vuole dirlo a tutti i costi. Con una contraddizione di fondo, che Salwa Al-Naimi vuol passare per un tipo da scopate senza cerniera (e quanto avrebbe da imparare da Erica Jong!) ma l'unico uomo di cui parla e con cui pratica, il Pensatore, è chiaramente un grande amore mai dimenticato e molto rimpianto. C'è qualche citazione da antichi testi erotici arabi, e su questo si sarebbe voluto davvero saperne di più; qualche ricordo amoroso, qualche esibizione di imprese erotiche (ma per niente erotiche, giochi di sguardi e un grande sfoggio di ti-dico-non-ti-dico, che vien voglia di acchiapparla e dirle: deciditi, se vuoi contarmi le tue scopate sono tutta orecchi, ma se vuoi solo fare quella che la sa lunga e ridacchia allusiva, vado a fare un giro e guardare due vetrine); un sacco di banalità su uomini, barzellette e viagra, vicende di amiche che si riducono poi tutte a pettegolezzi, anche se l'autrice continua a ripetere che è appassionata di storie, che le raccoglie e le ascolta. Allora contale anche a noi, Salwa. Anche a noi piacciono le storie, ma che sian storie e non ciance d'aria fritta.
Un paio di meriti questo libro ce li ha: è una fonte ricchissima di aforismi e farà la gioia di quanti amano le citazioni d'impatto ed è molto breve (105 pagine). Di lettura scorrevole, ci mancherebbe.
Elegante traduzione di Francesca Prevedello.

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